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10^ VIRTUAL SEASON | ‘UHANE HEMOLELE (Spettro Sacro) |
‘UHANE HEMOLELE (Spettro Sacro) Ni‘ihau Isole
Hawai ore
11:05 P.M.
Dana si gira per la terza volta sul rustico ‘letto’ della capanna.
“Che cosa c’è?” le domanda Mulder, svegliato da quel trambusto di coperte
e sbuffi.
“Non saprei Mulder”, esordisce sedendosi. “Credo che tutto questo non mi
basti più.”
“Mari esotici... sole tutto l’anno. Nessuna burocrazia. Riposo assoluto: non
ti basta?”
Lo guarda alla luce della luna, alzando un sopracciglio: “Sai cosa intendo!”
Mulder si siede, accende una candela e la fissa.
“Non è appagante, Mulder!” sospira. “Per un mese è una vacanza; per tre
mesi è una pacchia, ma... per la vita... diabolico!”
“E’ perché viviamo in una capanna e senza luce elettrica?”
“Mulder!?!” lo redarguisce.
“Credevo fosse questo quel che volevi! Vivere lontano dagli incubi. Lontano
dalle menti ristrette, dai complotti...”
“Lo so!” lo interrompe. “Credevo fosse quello che volevo, ma forse abbiamo
fatto una scelta troppo drastica. Insomma, va bene andare lontano da Washington,
ma vivere così... come...”
“Come selvaggi?”
“Sì”, dice quasi sospirando, “mi piace il ritorno alla terra, alla
natura, è solo che...”
“Che ti manca il tuo lavoro di medico?” conclude Mulder fissandola.
Dana lo guarda con malinconia e, abbozzando un sorriso, piega la testa sulla sua
spalla, e lui la stringe a sé, accarezzandola.
“Domani andiamo a Lihue, io cerco un posto più civilizzato e tu, se vuoi,
puoi far domanda all’ospedale locale...”
“Mulder... sai che non è questo il punto.”
“E qual è il punto, Dana?”
“E’ William il punto... è lui che mi manca, o almeno... l’idea di lui”,
aggiunge soffocando le lacrime nel petto di Mulder.
“Scusa, Dana, non avevo capito...”
“Kokua... kauka!... Kokua...” Alcune urla, fuori della capanna, interrompono
Mulder.
Dana è la prima a uscire e una donna le si aggrappa disperata e piangente:
“Kauka, kokua, kokua... kaikamahine...” Continua la donna piangendo.
“Si calmi! Andiamo, stia calma!” le dice avendo compreso che si tratta di
una richiesta d’aiuto per la figlia, a cui sembra essere capitato qualcosa.
“Mulder, prendi la mia borsa, e vieni al villaggio!” dice correndo con la
donna e i tre uomini che l’accompagnano. ‘UHANE
HEMOLELE (Spettro
Sacro) Ni‘ihau Isole
Hawai ore
00:25 A.M.
La piccola Koei è stesa su di una stuoia, appare cianotica e soggetta a brividi
febbrili.
“Credo si tratti di intossicazione, ma senza un’analisi specifica, non posso
dire da cosa dipenda”, spiega Dana alla madre della bambina. “Le ho
somministrato un antibiotico per lenire gli spasmi, ma deve essere portata in
ospedale... capisce cosa dico?”
Lì accanto, uno degli uomini che accompagnavano la donna – il più giovane,
Kamuela – traduce le sue parole e risponde: “Mia zia fidare di te, kauka, ma
qui non essere un ospedale”, spiega nel suo cattivo inglese.
“Lo so! Di’ a tua zia che porterò Koei all’ospedale di Lihue. Mi occuperò
io di lei.”
La donna annuisce con le lacrime agli occhi e, stringendo le mani di Scully,
aggiunge: “Mahalo, kauka! Mahalo!”
“Certo, certo!” cerca di svincolarsi Scully.
“Ua ka’u ‘anela!” continua la donna.
“Dire che tu essere il suo angelo”, traduce Kamuela.
“Mahalo!” ringrazia Scully. “Dille, che farò tutto il possibile.”
“Dana!” interviene Mulder affacciandosi all’interno della capanna. “Ho
l’idrovolante pronto. Sbrighiamoci!”
Gli uomini sollevano delicatamente la piccola per portarla all’anfibio, mentre
la madre continua a baciare le mani di Scully ringraziando e piangendo.
“Kuamuamu! Kuamuamu!” sbraita lo sciamano locale. “Nunui kuamuamu!”
“Smettila, ho’okalakupua! Lascia in pace la mia famiglia”, intima Kamuela
in hawaiano. “Ha già sofferto tanto!”
“Kou ‘ohana ka’u kuamuamu!” continua lo sciamano.
“Che cosa sta dicendo?” domanda Mulder a Kamuela.
“Che la mia famiglia essere maledetta.”
“Andiamo, Mulder, dobbiamo sbrigarci!”
Sulla spiaggia la famiglia di Koei continua a piangere e stringersi attorno alla
madre della piccola, mentre lo sciamano continua a intonare le sue oscure
invocazioni. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
01:42 A.M.
“Dottoressa Scully?”
“Sì?”
“Sono il dottor Iakona, il primario del reparto. E’ lei che ha portato i
primi soccorsi alla piccola?”
Scully annuisce, guardando gli scuri occhi del primario.
“Forse le ha salvato la vita... dai sintomi che ha descritto nella cartella
per il ricovero è possibile che abbia ingerito una quantità eccessiva di kawa,
i risultati delle analisi ci diranno qualcosa di più.”
“Tenendo in considerazione l’utilizzo che se ne fa del kawa in queste isole,
credevo fosse una pianta innocua!”
Mulder si avvicina per seguire la conversazione, sa bene che il kawa è usato
anche in ipnosi e in medicina tradizionale.
“Ultimamente si è scoperto che la pianta del kawa non è così innocua, anzi,
è tossica. In particolare le sue radici comportano gravi danni a carico del
fegato...”
“Per questo il colorito giallo!?!” lo interrompe Scully. “Mi scusi,
continui pure.”
“Si figuri!... Di ventiquattro casi riscontrati recentemente, un uomo è morto
e tre hanno dovuto subire trapianto di fegato. In tutti i casi riportati, il
collegamento fra assunzione di kawa e tossicità epatica è stato ritenuto come
‘possibile e probabile’. Inoltre, sono riportati due casi di epatite
necrotizzante in donne che erano in trattamento con integratori a base di kawa;
in seguito alla sospensione del rimedio, il quadro clinico è rapidamente
migliorato e gli esami della funzionalità epatica sono diventati normali”,
conclude sospirando profondamente.
“C’è dell’altro, vero?” domanda Mulder, attirando lo sguardo
circospetto di Scully.
“Sì, c’è dell’altro e rientra nel nostro caso specifico”, il dottor
Iakona fa una pausa preoccupante: “I kawapironi agiscono sul Sistema Nervoso
Centrale producendo un blocco polisinaptico con diminuzione del tono muscolare
che parte dalle estremità inferiori e giunge poi fino ai muscoli della nuca
senza influenzare l'attività respiratoria.”
“Ipnosi?” suggerisce Mulder.
“Coma!” esclama Scully.
“Esatto!” conferma Iakona. “Attualmente la piccola è in stato
comatoso.”
Mulder rimugina su quanto detto dal medico e poi interviene: “Non ha detto che
Dana le ha salvato la vita?”
“Certo! L’antibiotico ha fermato il divulgarsi delle tossine
nell’organismo della piccola, ma non le ha impedito di cadere in coma. Come ho
detto i kawapironi agiscono sul Sistema Nervoso Centrale; i tempi di reazione
delle tossine, il tempo trascorso dall’inizio dei sintomi al momento della
somministrazione dell’antibiotico, e i tempi di reazione dello stesso... beh,
non hanno evitato l’agire dei kawapironi a livello neurologico. In ogni caso
vi saprò dare maggiori chiarimenti appena mi consegneranno i risultati delle
analisi.”
“Grazie, dottore. Possiamo restare con la piccola?”
“Certo, dottoressa! Immagino che siate il suo medico curante!?!” conclude
con un sorriso d’intesa.
“Sì, infatti.”
Scully entra nella stanza della piccola e non può far a meno di emozionarsi nel
vederla intubata. Le flebo, i respiratori e il catetere, sommergono la piccola,
che appare ancora più minuscola nell’enorme letto dell’ospedale.
Mulder sa che l’istinto materno di Scully sta prendendo il sopravvento sulla
razionalità medica.
“Vado a prenderti un cambio?”
Scully lo guarda grata per aver compreso quel momento così difficile e non aver
tentato in nessun modo di sottolineare il suo stato d’animo: “Sì, Mulder,
grazie!” Ni‘ihau Isole
Hawai ore
03:05 A.M.
Lo sciamano intona una litania intorno a una pira, bruciando erbe fresche che
fumano emanando strane fragranze.
“ ‘uhane hemolele... ‘uhane hemolele... pahu hao no kaua kulanakauhale!
”
Kamuela lo osserva tra il disappunto e il timore: se lo sciamano sta invocando
lo Spettro Sacro è chiaro che una grossa maledizione si sta abbattendo
sull’isola, eppure, poco prima era stato proprio lo ho’okalakupua a chiamare
le forze oscure perché maledissero la sua famiglia.
“Kamuela!”
“Zia! Che cosa c’è?”
“Dobbiamo aiutare Koei a trovare la strada”, dice piangendo.
“Ma cosa dici, zia? Koei non è morta. La kauka la guarirà. Vedrai, presto
tornerà qui da noi. E’ quell’insopportabile ho’okalakupua che attira
tanto male...” ore
03:45 A.M.
Mulder è appena entrato nella sua capanna, quando Kamuela dall’uscio chiede
di entrare. Ha sentito il motore dell’anfibio ed è corso a chiedere notizie
di Koei.
Mulder si morde il labbro, conosce le credenze locali e teme che le condizioni
reali della piccola possano suscitare qualche strana reazione nella popolazione.
“Sta meglio”, dice mentendo. “Dana... la dottoressa Scully è rimasta con
lei. Ci vorrà un po’ di tempo perché si rimetta. Devono fare tutte le
analisi necessarie e somministrargli le medicine adeguate.”
“Mia zia avere molta fiducia nella kauka, ma essere molto preoccupata per la
reazione del nostro ho’okalakupua. Temere la sua maledizione”, conclude
dissimulando la paura.
“Di’ a tua zia che non c’è nessuna maledizione e che il vostro sciamano
è solo arrabbiato perché avete scelto un dottore straniero.”
“Ma cosa essere successo a Koei?”
“E’ stato il kawa a farle male.”
“Il kawa? Tutti noi mangiare e bere kawa... il kawa anche curare noi...”
“Sì, ma qualche volta no, se è troppo, fa male. Lei è piccola, ne ha
ingerito troppo”, conclude sapendo che è impossibile per Kamuela comprendere
come una pianta, tradizionalmente usata anche per curare, possa fare del male.
“Ora torna al villaggio, io porterò alla dottoressa i vestiti, lei resterà
con Koei. Non devi preoccuparti.”
“Mahalo, malihini!” dice uscendo dalla capanna di Mulder.
Mulder scuote la testa, mentre infila gli abiti di Scully in un borsone. Mille
pensieri gli si affollano nella mente: lo sciamano, la maledizione, il coma
indotto, lo Spettro Sacro, i fantasmi lungo il viaggio verso l’Aldilà...
No, Mulder, la piccola è viva e queste sono superstizioni... persino tu non
puoi crederci! Esce a grandi passi dalla capanna diretto all’idrovolante, le invocazioni dello sciamano risuonano per tutta l’isola giungendo fino alla sua baia, con un gesto rapido carica il borsone di Scully e chiude lo sportello del lato passeggero: qualcosa vi è riflesso. Si volta, ma alla sua vista, nelle ombre della notte che sta svanendo, non appare nulla.
Aggira la fusoliera e sale al posto di comando. Un’occhiata ai livelli del
carburante, uno al quadro generale. Il sole sta sorgendo e lungo il confine tra
spiaggia e boscaglia un’ombra... questa volta l’ha vista. Ma chi è?
Mulder scende di corsa dall’anfibio e va verso la boscaglia.
“Ehi! Chi sei?” urla, mentre si avvicina al limitare. “Rispondi! Sei ho’okalakupua?...
Ehi, sciamano! Fatti vedere!”
“Cosa cercare, malihini?”
Mulder si volta verso la voce cavernosa alle sue spalle: lo sciamano è dietro
di lui.
“Credi di spaventarmi?”
“Io non credere, malihini. Io sapere che tu avere tanta paura di ‘uhane!”
dice con una risata stridula e gutturale.
“Non ho paura degli spettri... e quello che ho visto non era uno spettro.”
“No, infatti... essere un lapu... guardare sentiero, non essere impronte. Koei
essere make loa!” dice con enfasi mistica e lasciando tremare le sillabe per
creare mistero.
“Koei non è morta!” afferma risoluto Mulder dirigendosi nuovamente
all’idrovolante.
“Kuamuamu! Nunui kuamuamu!” urla lo sciamano all’indirizzo di Mulder.
“Una grande maledizione, si abbatterà!” brontola tra sé guardando verso il
fitto della boscaglia. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
05:02 A.M.
Tornato all’ospedale, Mulder trova Scully addormentata sulla sedia.
Appoggia con delicatezza la borsa a terra, per non fare rumore, ed esce diretto
al distributore del caffè. Al rientro, vede uscire dalla stanza di Koei un
infermiere; ma quando entra nella stanza, Scully dorme ancora e la piccola è
nello stesso stato di sempre.
Si sporge per guardare fuori della stanza, nella direzione in cui ha visto
andare l’infermiere.
“Mulder?” lo chiama Dana, svegliatasi.
Mulder si volta di scatto, trasalendo.
“Dana!... ti ho preso del caffè”, dice porgendoglielo assieme a una bustina
di latte in crema.
“Cos’hai, Mulder?”
Si conoscono da toppo tempo, perché non si accorga delle stranezze di Mulder.
“Nulla, è... ho visto uscire un infermiere qualche istante fa... puoi
controllare Koei?”
Dana lo fissa incerta e poi volge preoccupata lo sguardo a Koei.
Poggia il caffè sul comodino e comincia a controllare la piccola.
“Mi sembra tutto normale, Mulder... forse... è passato a controllare le
condizioni”, risponde, ma voltandosi verso Mulder, questi non c’è.
Preoccupata va alla porta e guarda lungo il corridoio, ma Mulder sembra essersi
volatilizzato.
Avvicinatasi alla piccola, per riprendere il suo caffè, nota qualcosa che sbuca
da sotto il cuscino.
Guarda d’istinto verso la porta e aggrotta la fronte preoccupata.
Con cautela e lentamente, mette la mano per estrarre lo strano...
“Ah!” urla facendo cadere il feticcio a terra.
“Che succede?” domanda Mulder tornato in quel momento.
Scully non ha bisogno di rispondere. Sta guardando qualcosa che è in terra e
Mulder, le si avvicina, stringendola subito a sé.
“Che cosa significa, Mulder?” Mulder l’allontana dolcemente e si piega a guardare il feticcio: un serpente annodato a due asticelle incrociate.
“E’ morto... ma da poco”, conclude prendendolo con cautela.
“Mulder...”
“Ecco, cos’era venuto a fare quell’infermiere... Sempre che fosse un
infermiere.”
Mulder va nel bagno della stanza e prende un sacchetto igienico per mettervi
dentro il feticcio.
“Cosa vuoi fare, Mulder?”
“Chiedo scusa...” interviene il dottor Iakona, entrando. “Cos’ha lì?”
domanda, accorgendosi del sacchetto in mano a Mulder.
“E’ quello che voglio scoprire... Lo ha messo sotto il cuscino di Koei un
infermiere”, esordisce, muovendosi verso di lui. “Lei me lo sa spiegare?”
Il dottor Iakona si morde le labbra e sospira.
“Dovete comprendere che qui... la gente vive di queste superstizioni. Non so
il significato esatto di quel... Di quella cosa”, dice facendo segno verso il
sacchetto. “Probabilmente è solo un amuleto per aiutare il trapasso della
bambina...”
“Aiutare il trapasso?” sbotta Scully indignata.
“Non deve prendersela con me, dottoressa... per la gente locale, lo stato di
Koei è una condizione di stallo... è in un luogo a metà strada tra i vivi e
morti e... e questo per le convinzioni locali...”
“E’ ‘Uhane Hemolele?” interviene Mulder.
Il dottore lo guarda sgranando gli occhi.
“Sì... temono che diventi uno Spettro Sacro.”
“Non crederà a queste cose, dottore, vero?” domanda sconcertata Dana.
“No... certo che no, ma...”
“Ma la popolazione locale sì”, conclude per lui Mulder.
“Sì... i miei connazionali credono che se uno non trova la strada per
l’Aldilà, diventa uno spettro e se nel suo vagare incontra spettri malvagi,
esso stesso diventerà maligno, portando distruzioni e...”
“... e maledizioni”, termina ancora Mulder, fissando lo sguardo di Scully.
“In ogni caso... sono solo superstizioni, signor Mulder... Getti via quella
roba e dimentichi l’accaduto... Sono venuto per le analisi della bambina”,
prende a spiegare il dottor Iakona. “Le analisi hanno confermato la prima
diagnosi: avvelenamento da kawa.”
“Intossicazione, voleva dire?”
“No, dottoressa Scully... voglio dire, esattamente: avvelenamento... La
quantità di kawa rinvenuta è superiore alla dose abituale di un qualsiasi
abitante adulto delle Hawai”, specifica, fissando intensamente e preoccupato
Scully.
“Sta affermando che qualcuno voleva fare del male alla piccola?”
domanda incredulo Mulder.
“Sto dicendo, che questa bambina è stata avvelenata, chiunque le abbia
somministrato il kawa, voleva ucciderla.”
I tre si lanciano occhiate e lasciano che il silenzio regni nella stanza.
Scully, volge uno sguardo verso la piccola.
“Perché?”
“Non so dirle il perché, dottoressa... Voi abitate su una delle isole che
vive ancora secondo le vecchie leggi e tradizioni... Lì la civiltà non è
arrivata e quel poco che c’è, gli sciamani e i vecchi del villaggio,
l’opprimono.” Sospira, toccando con dolcezza i piedini sotto le lenzuola.
“Probabilmente è solo per cacciare voi”, conclude mesto.
“Cacciare noi?” ripete a pappagallo Mulder.
“Sì... due stranieri che vivono sull’isola...”
“Siamo stati invitati dal sovrano a farlo...” “Sì, dottoressa... sicuramente siete ben visti dal re, ma non da chi teme le vostre arti magiche...”
“Lo sciamano”, conclude, nuovamente, Mulder con un tono beffardo.
“Io non possiedo arti magiche, perché dovrebbe temermi?”
“La medicina per le popolazioni indigene è magia... Lei è un pericolo per lo
sciamano... Il re la preferisce a lui e se lui può provare...”
“Che sono portatrice di sventura...”
“Esatto!”
Scully guarda la piccola Koei: “E’ tutta colpa mia... Koei sta pagando a
causa mia...”
“Non credo, in ogni caso, che lo sciamano vincerà questa guerra,
dottoressa... Koei guarirà, non ci saranno catastrofi e tutto tornerà come
prima.”
Scully continua a guardare la piccola ed a pensare che la sua presenza ha
indotto qualcuno a fare del male a un’innocente.
“Scusate”, riprende il dottor Iakona. “Devo finire le mie visite.
“Sì, certo!” rispondono all’unisono Mulder e Scully.
Rimasti soli, Mulder e Scully, si chiudono nei loro pensieri.
Mulder, per natura, non può fare a meno di pensare a quello che ha visto, o
meglio intravisto, sulla spiaggia e alle varie leggende locali che ha
attentamente studiato; Scully, pur avendo dovuto ammettere, negli anni trascorsi
a inseguire alieni, che ci sono molte cose inspiegabili, ancora fatica a
immaginare che qualcuno può credere a certe superstizioni, tanto da volere il
male di una bambina.
“Vado a cercare un alloggio”, dice Mulder alzandosi improvvisamente dalla
poltrona.
“Vuoi trasferirti qui?”
“Era quello di cui stavamo parlando questa notte... Non volevi un posto più
civilizzato?”
“Sì... Certo, era così, solo... Solo che le cose sono cambiate ora...”
risponde, soppesando le parole e continuando a fissare la piccola. “Se vuoi
tornare a casa...”
“Intendi a Washington?”
“No... A casa nostra... sull’isola.” Si alza e va ad abbracciarlo. Lo
bacia su di una guancia e continua: “Devi controllare lo sciamano... Se è
stato lui ad avvelenare Koei, probabilmente altra gente è in pericolo... Torna
sull’isola. Io mi occuperò della piccola.”
“D’accordo!” risponde, ricambiandola con un fugace bacio sulle labbra.
Ni‘ihau Isole
Hawai ore
08:53 A.M.
Mulder apre la porta del suo capanno e avverte subito che c’è qualcosa di
strano.
Si guarda attentamente intorno e, sul pavimento, tra le ombre disegnate dalle
foglie che ricoprono il tetto, nota della polvere biancastra.
Si piega per osservarla più da vicino e...
“Essere cenere”, dice Kamuela sbucato alle sue spalle. “Averla sparsa
io... Per proteggere te e la kauka... Avere visto sciamano vicino tua capanna...
Lui volere tuo male...”
Mulder che, appena apparso Kamuela, si è alzato, lo guarda annuendo. Mette la
mano nella tasca della giacca e ne estrae la busta con il feticcio.
“Sai cos’è questo?”
Kamuela asserisce con il capo. “Dove averlo trovato?”
“Qualcuno lo ha messo sotto il cuscino di Koei... Cos’è?”
“Essere simbolo degli Akua Lapu... Gli spiriti fantasma lungo la strada dei
morti”, spiega visibilmente atterrito il giovane hawaiano.
“Ascolta, Kamuela, qualcuno vuole farvi credere che ci sono delle forze
malvagie qui sull’isola e che la causa sia Koei... Ma non è così”,
esordisce Mulder, pur temendo che forze oscure, manipolate dallo sciamano,
possano davvero operare dei malefici sulla popolazione. “Il vostro ho’okalakupua
vuole dimostrare di essere migliore della dottoressa Scully, per questo vi sta
intimidendo con la sua magia... Tu devi aiutarmi a dimostrare alla tua gente che
niente di tutto questo è reale e che Koei è una bambina come le altre...
D’accordo?”
Kamuela annuisce, ma è spaventato dal potere dello stregone e dalle maledizioni
che ha lanciato sulla sua famiglia e sugli stranieri. Ni‘ihau,
folto della foresta
Una forza invisibile si muove velocemente ed emettendo un rantolo simile a
quello di un ciclone. Al suo passaggio il rumore di palme abbattute lo segue,
portando scompiglio tra la fauna locale. Uccelli variopinti, stridendo di
terrore, si alzano in volo disordinato e un’intensa polvere s’innalza verso
il cielo. al
villaggio
Al villaggio quel tramestio non passa inosservato.
Tutti hanno il volto tirato e lo sguardo fisso verso l’entroterra. Lo sciamano
continua le sue litanie, mentre la gente comincia a guardare con sospetto la
famiglia di Koei.
“Vieni con me!”
Kamuela segue senza fiatare Mulder, che, passando dal suo capanno, apre una
cassapanca per prendere una pistola.
“Quella non servire contro gli Akua Lapu”, lo informa l’hawaiano.
“Ma funziona contro gli uomini”, risponde con una smorfia ironica.
Lasciato il suo alloggio, Mulder, seguito da Kamuela, si inoltra nella foresta
e, ripercorrendo il tragitto fatto quella mattina nell’inseguire l’ombra,
arriva a una radura. Si guarda attorno e verso l’alto, con la pistola ben
salda in mano e pronto a sparare. Il silenzio è innaturale. La fauna che fino a
qualche minuto prima crepitava e si agitava, sembra scomparsa. Assente.
“Cosa succedere, malihini?”
“Shhh! Ascolta!” dice Mulder, portando il dito dalle labbra al cielo.
“Non sentire niente, malihini...”
“Esatto!... Né uccelli, né scimmie... Né spiriti... C’è solo il
silenzio...”
“Sono i Make Loa!?”
“No... Non sono i morti... E’ qualcos’altro...” conclude, riprendendo a
camminare e inoltrandosi sempre più.
“Non dovere andare soli lì... Dovere tornare al villaggio e chiedere
aiuto...” insiste impaurito il giovane.
“Non c’è niente da temere, Kamuela... Sta’ tranquillo!”
“Ma...” Kamuela non termina la sua replica, qualcosa lo travolge e Mulder
non può fare altro che assistere impotente al suo atterramento.
“Kamuela! Kamuela!... Rispondimi, dannazione!” impreca, chino sul ragazzo,
cercando di rianimarlo.
“Chi c’è?” urla, voltandosi a destra ed a sinistra.
Rumori, sibili, bisbigli e voci soffuse lo circondano.
Si alza, tenendo alta la pistola per potere, eventualmente, sparare.
Una folata gli passa accanto, quasi sussurrandogli qualcosa a un orecchio. Poi
qualcos’altro gli tocca una spalla, si gira di scatto e un colpo parte
involontariamente. A quella detonazione, che si dipana per quasi tutta
l’isola, non segue alcun rumore; né un volo di uccelli... Né fuga di alcun
essere. Il sole filtra con difficoltà nel folto della foresta e la vegetazione
sembra muoversi minacciosa. Ombre. Miriadi di ombre. La boscaglia si dirada,
come al passaggio di un elefante... Di un elefante invisibile.
Mulder sgrana gli occhi verso il nulla, poi... l’oscurità. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
11:02 A.M.
Un’infermiera entra nella stanza della piccola Koei per cambiarle la flebo e
Dana non distoglie gli occhi dalla donna neanche per un secondo. Vuol essere
certa che nessuno faccia ulteriore male alla piccola.
L’infermiera le sorride, sistema le coperte della paziente ed esce senza
proferire parola. Dana, si alza a controllare la scritta sulla boccia della
flebo. Accertatasi che corrisponde a quanto riportato sulla cartella ai piedi
del letto, si rilassa, tornando a sedere.
“Disturbo?” domanda, poco dopo, il dottor Iakona affacciandosi all’uscio.
“No, assolutamente, dottore...”
“Le ho portato qualcosa da leggere”, continua, porgendole alcune riviste
mediche. “Ho pensato che le sarebbe interessato approfondire l’argomento
kawa.” “Assolutamente. Grazie, dottore!” Dana gli sorride, ma i suoi occhi sono melanconici.
“Vedrà che la piccola si riprenderà.”
“Sì, certo... Di questo non ho dubbi. Sono preoccupata per il mio...
compagno!”
“E’ tornato a Ni‘ihau?” domanda il dottor Iakona.
“Sì... Credo che l’artefice di tutto sia lo sciamano... e temo che gli
possa accadere qualcosa...” risponde, perdendosi nei pensieri.
“Il suo compagno non mi sembra uno sprovveduto e... Lo sciamano è solo un
uomo... Ora mi scusi, ma devo finire il giro... Le porto qualcosa da mangiare,
più tardi, va bene?”
Dana gli fa un gran sorriso e, finalmente, anche i suoi occhi trasmettono
serenità. “Certo. Grazie, dottore!” Da
qualche parte
Mulder apre gli occhi a fatica.
E’ buio e non ha idea di dove si trovi. Sembra una grotta. Una caverna.
“Kamuela!” chiama. L’eco della sua voce rimbomba amplificata. “Kamuela!”
E’ solo.
Solo con la sua voce e con i sensi messi a dura prova.
A tentoni cerca un’uscita. Ma è troppo buio. Non vi è un solo spiraglio di
luce in nessuna direzione. Sempre che vi sia una direzione.
Mulder sente l’angoscia farsi largo nell’animo. Non ha più la pistola e
anche la paura comincia a montare. Si accorge di star piangendo e si accascia,
rannicchiandosi come un bambino.
Fa freddo.
Fa improvvisamente freddo. Troppo freddo.
Mulder solleva il capo cercando di scrutare l’oscurità. Nulla.
Si scuote. Asciuga le lacrime, che ancora non riesce a spiegare, poi, portando
avanti le mani, cerca un appiglio e prende a muoversi per trovare un’uscita.
“Kamuela?” domanda a qualcuno che ha appena toccato.
Ma quello non risponde.
Mulder ritrae d’istinto le mani.
Chi ha toccato? O... cosa?
“Kamuela?” riprova, ma, questa volta, senza toccare niente e nessuno.
Fa freddo. Troppo freddo.
Anche quello, o quella cosa, che ha toccato era freddo.
“Dove sono?... Chi c’è?” urla, mentre l’angoscia torna a pervaderlo.
“Rispondete?... Qualcuno mi risponda?”
Si massaggia le braccia per riscaldarsi.
Fa freddo. Troppo freddo.
Qualcosa o qualcuno lo ha urtato alle spalle.
Si volta di scatto. E’ spinto solo dall’istinto, perché in quella totale
oscurità non può vedere chi o cosa lo ha toccato.
Ma ecco, un altro colpo, dalla parte opposta. E poi un altro. E un altro. E...
E non è più solo.
Non riesce a muoversi, è circondato da corpi freddi, rigidi e silenziosi.
Sono morti.
Sono morti?
Lui è morto?
Mulder urla.
Urla.
Urla ancora.
Ma perché non sente la sua voce?
Perché sente le labbra muoversi, ma non emette alcun suono? E l’eco, che fine
ha fatto?
Torna l’angoscia. Torna la paura. E lui torna bambino. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
12:35 P.M.
Il dottor Iakona entra, con un sorriso e un vassoio ricolmo di cibo, nella
stanza della piccola Koei.
“Lei è il mio salvatore...” esordisce Scully, andandogli incontro e
prendendo il vassoio. “Sto, letteralmente, morendo di fame... Mi sono accorta
solo poco fa che sono a digiuno da ieri sera.”
“Non mi dica?” ridacchia il dottore, servendosi di un tramezzino. “Notizie
dal suo compagno?”
“No”, risponde pensierosa. “Purtroppo sull’isola non ci sono
ripetitori... I cellulari sono inutilizzabili...” “Beh! Non si dia pena. Sono certo che sta bene. Come si dice? Niente nuove, buone nuove. Giusto?”
Dana annuisce con un sorriso di circostanza. Non crede alla magia dello
sciamano, ma sente che si tratta di un uomo pericoloso.
Ni‘ihau Isole
Hawai ore
12:45 P.M.
Kamuela arriva trafelato ed emaciato al villaggio.
I suoi parenti gli vanno incontro e lo sostengono, quando, sfinito, crolla.
“Dobbiamo andare nella foresta, lo straniero è in pericolo... I Fantasmi... I
Fantasmi lo hanno preso”, spiega a fatica il giovane.
“Vi avevo avvertito!” sentenzia lo sciamano.
I parenti del ragazzo scrutano con odio l’uomo.
“Tu hai portato sventura sulla nostra casa... Tu hai invocato lo Spirito
Sacro... Tu sei la sventura del nostro popolo”, lo accusa la madre di Koei,
mentre gli uomini della famiglia portano Kamuela nella capanna. Da
qualche parte
Mulder sente dolore.
Ogni parte del suo corpo è dolorante.
Con difficoltà esce dal torpore e dalla rigidità innaturale che il suo corpo
ha assunto per la paura.
Apre gli occhi e si rimette, a fatica, in piedi.
C’è qualcosa.
Lontano, molto lontano da lui, c’è un punto luminoso. Un minuscolo punto
luminoso.
Un’uscita?
Mulder si muove con cautela. Distende le braccia per toccare una parete o
eventuali ostacoli, ma non c’è nulla. Tutt’intorno a lui non c’è
assolutamente nulla e... nessuno.
Il suolo è perfettamente liscio.
“Non è una caverna!?!” Congettura a mezza voce.
Prosegue verso il punto luminoso, ma questo non sembra aumentare di intensità.
E’ come una stella, fissa e lontana; brillante, ma non abbastanza da
illuminare da così lontano.
“Chi c’è?” urla improvvisamente Mulder, quando avverte un bisbiglio
intorno a sé.
Quel sommesso vocio sembra aumentare d’intensità, come se si avvicinasse
sempre di più. Una folata d’aria gelida. Un tocco.
Uno spettro. Mulder resta pietrificato. Di fronte ha un essere verde luminescente non meglio definito. Fluttua a qualche centimetro da terra, non sembra aggressivo, ma il suo ‘aspetto’ non è rassicurante.
L’essere parla.
Mulder lo sente parlare, ma non comprende le sue parole.
Sembra sussurrare, più che parlare, ma l’idioma non è neanche hawaiano.
Mulder non riesce a comprendere di quale lingua si tratti.
“Chi sei? Cosa vuoi da me?” gli domanda, sperando di trovare risposte a
quanto gli sta accadendo.
Lo spettro sussurra ancora e scompare. Ni‘ihau Isole
Hawai ore
13:18 P.M.
“Malihini!” urla Kamuela alla testa del gruppo di soccorritori. “Malihini!”
Il piccolo gruppo di hawaiani, armati di lance e amuleti, avanza nel fitto della
boscaglia.
“Malihini! Rispondere...”
Un vento gelido, improvviso e innaturale, impazza tra la vegetazione, mulinando
attorno ai soccorritori.
“Akua Lapu!” esclama qualcuno.
“ ‘uhane Hemolele!” sostiene qualcun altro.
Kamuela cerca di placare gli animi, ma anche lui ha paura di quel luogo, di quel
vento. Di quello che sta accadendo.
Pensa allo sciamano. Al feticcio che qualcuno ha posto nella stanza di Koei.
Alla maledizione scagliata sulla sua famiglia. Allo Spirito Sacro invocato dallo
stregone.
“Andiamo... dobbiamo aiutare lo straniero...” dice risoluto, fingendo un
coraggio che non ha.
al
villaggio
Una donna urla disperata.
Gli uomini rimasti al villaggio, per paura della maledizione, si precipitano nel
suo capanno dove un uomo anziano giace squartato.
Lo sciamano accusa gli spettri malvagi dell’Aldilà e Koei che la sua famiglia
non aiuta al trapasso.
“Se la piccola fosse morta questa notte, piuttosto che lasciarla nelle mani
degli stranieri e nella loro cattiva magia... ora il nostro villaggio non
sarebbe maledetto”, asserisce enfatico e con voce tonante.
“Hai invocato tu lo Spettro Sacro!” sentenzia il re, arrivato al villaggio
in seguito agli accadimenti che stanno sconvolgendo la sua isola.
“Mio sovrano... Avevo chiesto aiuto agli spiriti, perché accogliessero la
piccola Koei. Perché la guidassero e proteggessero dagli spiriti maligni lungo
il cammino nell’Aldilà... Non avrei mai invocato lo Spettro Sacro per
questo”, conclude, facendo segno verso il corpo straziato.
“Taci!... Io ho voluto gli stranieri, perché la magia di quella donna mi ha
curato, dopo anni dei tuoi inutili intrugli... Ora voglio che tu taccia!”
Nuove urla si levano dall’altra parte del villaggio.
Il re fa cenno ai suoi guerrieri di andare a vedere.
Lo sciamano resta a fissare il suo sovrano, lo sguardo è pieno di risentimento
per quella pubblica umiliazione. Il re lo ignora e, dato ordine di ricomporre i
resti dell’uomo, si dirige all’altro capanno.
Anche lì, in terra, giace un uomo squartato. E’ più giovane del precedente,
più vigoroso, eppure non è riuscito a difendersi.
“Preparate i corpi per il funerale... Tu, sciamano, assicurati che il loro
viaggio nell’Aldilà sia sicuro... Voi altri”, aggiunge rivolto alle sue
guardie, “andate a cercate lo straniero e fate in modo che torni da me sano e
salvo”, conclude, mentre da un’altra capanna si alza un altro lamento di
morte. Da
qualche parte
Mulder è nuovamente solo.
Solo nell’oscurità e silenzio.
Non fa più tanto freddo. Ma quel posto fa ancora molta paura.
“Malihini!” chiama una voce dolce e molto giovane. Sembra una bambina.
“Chi sei?” domanda Mulder, voltandosi in quella che gli è sembrata essere
la direzione di provenienza della vocina.
“Malihili!?!” ripete ancora.
Il tono sembra incerto, impaurito.
“Chi sei?... Dove sei?”
“Malihili... kokua!”
“Dove sei?... Come posso aiutarti?”
“Mali....”
Silenzio.
Buio.
Freddo.
Fa nuovamente freddo.
Una mano si appoggia alla gamba di Mulder.
Una manina, piccola e fredda. Così fredda da superare il leggero cotone dei
bermuda di Mulder.
Ma questa volta, lui non è spaventato. Con le mani tocca il capo di quel
piccolo essere vicino a lui...
“Koei?... Sei Koei?”
“Eo... malihili”, afferma la piccola.
Mulder la stringe a sé. E’ così piccola e... fredda.
“Stai bene Koei?” domanda, abbassandosi, come se così facendo potesse
guardarla negli occhi.
“Eo, ma dove essere?”
“Non lo so, Koei... Ma ti porterò via di qui... Te lo prometto. Vieni!”
conclude alzandosi e prendendole la mano. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
13:55 P.M.
Scully solleva lo sguardo dalla rivista scientifica, attratta dalla frequenza
dei bip provenienti dall’apparecchio per le funzioni cerebrali. Koei sta
reagendo a qualcosa.
Dana preme il pulsante d’aiuto, affinché lo staff medico arrivi ad aiutarla.
“Qualche problema?” domanda una delle capo-infermiere entrando alla testa di
un paio di giovani tirocinanti.
“No, ma credo che le sue funzioni neurologiche stiano riprendendo l’attività”,
la informa Scully, mentre l’infermiera controlla i dati sull’apparecchio e
il battito cardiaco.
“Il battito sta aumentando”, afferma concitata, mentre nella stanza arriva
il dottor Iakona che subito l’affianca.
Koei ha, sotto le palpebre, un frenetico movimento oculare.
“Infermiera, controlli la pressione e tolga la flebo... La reazione d’iperattività
non è un buon segno. Non in questa situazione...”
Scully, le stringe una manina e, mentre lo staff si adopera per stabilizzare le
funzioni della piccola, lei la bacia su di una guancia sussurrandole: “Torna
da me, Koei.” Ni‘ihau Isole
Hawai ore
13:58 P.M.
Kamuela e i suoi compagni combattono contro il vento con amuleti e pugnali
sacri, ma le ombre hanno il sopravvento.
Ad uno ad uno i suoi compagni cadono vittima della potenza degli spiriti e
Kamuela non è più in grado di tenergli testa.
“Aaaahhhh!!!” urla un guerriero del re, arrivando alla carica con i suoi
uomini.
Kamuela sorride e, rinvigorito nell’animo, torna a combattere contro il nemico
fantasma. Da
qualche parte
Più Mulder stringe la manina di Koei, più questa sembra scaldarsi.
Non sa se seguire la fievole luce di quella ‘stella’ sia la cosa giusta, ma
non vuole spaventare la piccola. Così, incoraggiando Koei, dà coraggio a se
stesso.
“Lo sentire, malihini?”
“Sentire cosa, Koei?”
“La voce della kauka...”
“La voce della... della dottoressa? Di Scully?... Tu senti la voce di Scully?”
le domanda, agitato, fermandosi.
“Sì... la voce della kauka... Tu non sentire lei?”
Mulder s’inginocchia e la stringe forte a sé, sorridendo. “No, tesoro, non
la sento... Ma questo significa che sei viva!... E che lo sono anch’io”,
conclude felice, sedendosi sul freddo pavimento del non-luogo. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
14:22 P.M.
“E’ stabile... Le sue funzioni si sono stabilizzate... E’ fuori
pericolo”, afferma soddisfatto Iakona. “Ha visto, dottoressa Scully?... La
piccola ha buone possibilità di riprendersi.
Scully fa un cenno con il capo e sorride. Ora sente che tutto andrà per il
meglio. E’ certa che tutto tornerà come prima. Accarezza la piccola,
scostandole una ciocca nero corvino e torna a sedersi per continuare la sua
lettura. Ni‘ihau Isole
Hawai ore
14:26 P.M.
Il villaggio è scosso da una figura enorme, invisibile e, apparentemente,
fornita di artigli che squartano chiunque si trovi sul loro cammino.
La gente rimasta al villaggio urla e scappa, anche il re è impotente e si sente
in pericolo. I suoi ordini sono concitati tanto quanto i suoi sudditi e i
guerrieri rimasti sono impotenti.
Lo sciamano è sul retro del suo capanno, cantilena le sue litanie e il fuoco
sembra danzare al suono della sua voce e ai gesti delle sue mani.
La madre di Koei è corsa a chiamarlo su ordine del sovrano, ma quando arriva
nelle vicinanze, si rende subito conto che qualcosa non quadra: quello non è il
rito funebre per accompagnare i morti nell’Aldilà, è un rito di possessione.
La donna non pensa. Non riflette. Ha solo la visione della sua bambina in fin di
vita. Il villaggio a soqquadro e, voltandosi verso le urla, vede il re che si
dimena per salvarsi dal mostro invisibile.
La madre di Koei corre verso lo sciamano, che le dà le spalle, e lo assale,
sfilandogli il pugnale sacro che porta al fianco; gli si avvinghia e, con tutte
le sue forze, lo trafigge tra collo e scapola.
Lo sciamano si volta scrollandosi della donna e incredulo, mentre il sangue
fuoriesce con un enorme getto, guarda con gli occhi sbarrati la donna. Ma perde
l’equilibrio e cade sulla pira ardente del suo fuoco sacro.
Il re smette di lottare. Il suo nemico sembra scomparso. Ha numerose ferite sul
corpo, ma è salvo. nella
foresta
Kamuela si volta a destra e sinistra, guarda i guerrieri e legge lo stesso
sgomento sui loro volti.
“Dove sono finiti?” domanda, mentre tutto sembra tornato alla normalità.
Le ombre disegnate dal folto delle chiome non sono più così minacciose, il
canto degli uccelli torna ad allietare la foresta. La vita riecheggia ovunque.
Un grido di gioia si leva spontaneo da ogni uomo presente.
Ed i sani, si chinano ad aiutare i feriti.
“Malihini!” esclama Kamuela, ricordando il motivo per il quale si erano
spinti fino lì. Da
qualche parte
“Andiamo Koei!” dice Mulder, alzandosi e cercando la mano della bambina. “Koei?...
Koei, dove sei?”
Cerca intorno a sé roteando le braccia, ma della piccola non c’è più
traccia.
“Koei!!!!” urla disperato. Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
14:28 P.M.
“Uno, due, tre... libera!” grida il dottor Iakona, usando il defibrillatore.
“Uno, due, tre... libera!”
Scully è incredula e in ansia. A distanza di pochi minti Koei è passata da uno
stato stanziale a un collasso. Inevitabilmente le lacrime affiorano.
“Prepari una dose di adrenalina”, ordina Iakona all’infermiera.
Ma prima che questa possa introdurre l’ago nel corpicino, un bip riprende a
segnalare le funzioni vitali di Koei e una linea verde va su e giù sul monitor.
“E’ salva!” esclama felice. “Makua!” chiama fievolmente con gli occhi socchiusi.
Il volto di Scully s’illumina e corre al suo fianco.
“Sono Dana, mamma è a casa che ti aspetta!” Ni‘ihau Isole
Hawai ore
14:30 P.M.
Kamuela e due guerrieri proseguono la ricerca di Mulder; gli altri, con i
feriti, si sono avviati al villaggio.
I tre uomini si addentrano in un luogo mai esplorato prima, seguendo il sentiero
che Mulder ha tracciato con il suo corpo, trascinato da una di quelle strane
forze invisibili.
“Eccolo!” esclama contento Kamuela, avvistando il corpo a
qualche metro da loro, sotto la fronda di una palma caduta. “Malihini!”
chiama, chinandosi e scuotendo Mulder. “Malihini!”
Mulder non sembra riprendere conoscenza.
Con alcuni rami e delle liane, Kamuela e i due guerrieri improvvisano una
barella con la quale trasportano Mulder al villaggio.
Lihue
Hospital Lihue,
Kauai island ore
14:35 P.M.
Scully vorrebbe contattare Mulder per comunicargli la bella notizia e sapere
com’è andata con lo sciamano; se è riuscito a smascherarlo e qual è stata
la sua reazione.
Purtroppo, Ni‘ihau è l’unica isola dell’arcipelago hawaiano che mantiene
le tradizioni, vivendo lontano da tutto quello che può essere definito ‘civile’;
quindi, niente telefoni, niente luce, né acqua corrente, né fognature. Niente
di niente.
Sospira, sorride alla piccola, ancora debole, e si rilascia in poltrona
attendendo che sia il suo compagno a farsi vivo. Ni‘ihau Isole
Hawai ore
14:51 P.M.
Privi dello sciamano, che sull’isola ha anche funzione di medico, gli abitanti
del villaggio non sanno come aiutare Mulder, né c’è qualcuno in grado di
pilotare il suo anfibio per condurlo all’ospedale di Lihue.
La madre di Koei si adopera al meglio per far abbassare la febbre di cui sembra
soffrire, mentre il resto del villaggio provvede ai propri defunti ed a
ricostruire quello che le forze oscure hanno distrutto.
“Come sta?” domanda Kamuela, entrando nel capanno di famiglia.
“Suda... Ha la fronte molto calda... Ma è vivo e questo è un bene... se solo
la donna dottore fosse qui...” risponde mesta la donna, poggiando sulla fronte
di Mulder alcune fibre di palma bagnate.
“E’ permesso?” chiede un uomo, affacciandosi.
La donna si alza e, con Kamuela, fa un leggero inchino, riconoscendo l’uomo
come uno dello staff del sovrano.
“Il re è molto preoccupato per lo straniero... Mi ha chiesto di portarvi
questo”, spiega, porgendo una ciotola di succo di kawa.
“Grazie!” risponde la madre di Koei, prendendola.
L’uomo saluta ed esce, mentre la donna si appresta a dare a Mulder
la bevanda, che di certo non contiene solo kawa, ma anche altre erbe mediche.
“No, zia... Lo straniero mi ha detto che è stato il kawa a fare male a Koei...”
“Sciocchezze... Lo sciamano ha fatto male a Koei... Il kawa guarisce tutti i
mali”, conclude, sollevando il capo di Mulder e versando nella sua bocca il
succo verdastro di kawa. Da
qualche parte
Mulder giace al suolo.
Non è più liscio e freddo, sembra piuttosto caldo e in terra battuta.
Una goccia gli martella una tempia.
Si solleva, ma ora quella goccia lo picchia in testa. Si sposta, guardando verso
l’alto, e la goccia cade sulla fronte, scivolando verso l’incavo
dell’occhio destro. Scuote la testa e si sposta ulteriormente, colpendo con le
spalle una parete.
“E’ una grotta!” esclama a mezza voce.
Tasta la parete, guardando nelle due direzioni in cui quella corre, e si accorge
che a una delle estremità vi è un punto luce. Non è come la ‘stella’ che
ha visto in precedenza. E’ più grande, più luminosa. Tastando la parete,
prende a camminare nella direzione di quel bagliore.
I passi diventano sempre più incerti, perché il fondo è sempre più
accidentato, tant’è che, Mulder, inciampa e cade rovinosamente a terra. Le
mani hanno malamente protetto il volto, finito in una pozzanghera che,
improvvisamente, sembra invadere l’intero antro.
Mulder si alza a fatica, con il terreno che sotto i piedi è ormai melma
scivolosa. La luce sembra più intensa, ma raggiungerla è più difficile. Più
Mulder avanza, più il livello dell’acqua sale.
E sale.
E sale.
Mulder, ora, deve nuotare, ma la luce è sempre più vicina, sempre più
luminosa e il suo diametro più grande. Ni‘ihau Isole
Hawai ore
13:11 P.M.
Mulder apre lentamente gli occhi, mentre le fibre di palma gocciolano lungo le
sue tempie e la madre di Koei gli versa qualcosa nella bocca.
“Malihini!” esclama di gioia la donna.
Appoggia lentamente il capo di Mulder sulla stuoia e la ciotola in terra, ed
esce a chiamare il nipote.
Alcuni
giorni dopo ore
9:21 P.M.
Mulder e Scully sono alla festa del villaggio; il re, dopo la ricostruzione e il
rientro di Koei, ha indetto una festa per scacciare il male dall’isola.
C’è un nuovo sciamano a Ni’ihau, un uomo più saggio e ben disposto verso
gli stranieri. I suoi canti e le sue benedizioni parlano di gioia, prosperità e
salute per tutti gli abitanti.
E’ una splendida serata. L’aria è calda e le stelle brillano come non mai.
Koei non smette di stringere la sua salvatrice come fosse la propria madre e,
Scully, non può non pensare che da qualche parte, in America, William starà
stringendo una dona che non è lei. Una donna che il piccolo crede sua madre.
“Andiamo a casa, Mulder.”
“Vuoi andare a riposare?”
“No... Intendo a Washington.”
Mulder è certo che questa volta nulla farà cambiare idea a Scully. Annuisce con il capo e sussurra: “D’accordo... Torniamo a casa.” |
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