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tutti i diritti sono © CC, 1013, FOX

 

           SEASON 1

TÖDLICHE REGEN

SEASON 2
SEASON 3 FACE/OFF
SEASON 4 NICK
SEASON 5 DORMIENTI
SEASON 6 ENNEADE 
SEASON 7
SEASON 8 INHERITORS
SEASON 9
 

 

10^ VIRTUAL SEASON ‘UHANE HEMOLELE (Spettro Sacro)
© Johnn Woo e Touchstone Pictures and Paramount Pictures; © Steven Levy e Tim Metcalfe, Polygram Filmed Entertainment eWarner Bros.

FACE/OFF

 

Base Militare di Fort Marlene

ore 4:55 P.M.  

 

   Krycek seguiva Smoking Man come un cagnolino fedele attraverso il lungo ed asettico corridoio della base militare di Fort Marlene. Vi era stato altre volte, ma mai in quell'ala. Era tutto così cupo e freddo che Krycek pensò fosse giunta la sua ora.

    Forse l'aver fallito al fianco di Mulder e l'essersi fatto scoprire non erano cose che il consorzio gli avrebbe perdonato. O sì?

    Smoking Man passò la sua tessera magnetica in un lettore ed una porta con il divieto d'accesso si aprì. Oltre vi era un altro interminabile corridoio con le luci al neon ed una serie di porte laterali chiuse. Arrivarono ad una biforcazione e girarono a destra.

    "Aspetta qui", gli ordinò Smoking Man superando una porta.

    Krycek rimase solo in quel corridoio da lager nazista ed un brivido gli corse lungo la schiena. Si guardò attorno chiedendosi se quello che vedeva fosse l'ultima cosa della sua vita.

    "Entra", disse un uomo in camice bianco interrompendo i suoi pensieri.

    Krycek oltrepassò la pesante porta metallica e si ritrovò in un'immensa sala suddivisa in locali da pareti di vetro. Nei vari ambienti vi erano letti ospedalieri, computer e macchinari di vario genere.

    Seguì l'uomo con il camice fino ai computer, dove Smoking Man ed alcuni uomini stavano parlando osservando uno schermo.

    "Vieni, Krycek", esordì Smoking Man. "Questi è il dottor Müller… è uno specialista in chirurgia plastica e rigenerazione di tessuti."

    Krycek salutò come conveniva cercando di non far trasparire i suoi timori. Quello che aveva appena sentito lo preoccupava notevolmente.

    "Il dottor Müller ha messo a punto una tecnica di trapianto cutaneo interessante…", spiegò Smoking Man lasciando la parola al dottore.

    "Sì, esatto… Posso estirpare intere parti da un corpo e impiantarle su un altro. In modo specifico mi riferisco al volto."

    Krycek rabbrividì ed una smorfia di disgusto apparve sul suo volto.

    "Può togliere la faccia a qualcuno… per poi impiantarla ad un altro?" chiese sgranando gli occhi e volgendo lo sguardo a Smoking Man.

    "Esatto, Krycek", confermò il suo capo. "E' quello che dovremo fare."

    "Fare a chi?" chiese terrorizzato e sospettando la risposta.

   

FACE/OFF

 

    "Dovrai sostituirti a Mulder."

    "Cosa?!" chiese con una smorfia che celava tutta la sua ira.

    Una serranda si aprì poco lontano da loro. Su di un tavolo operatorio vi era sdraiato Mulder ed un laser stava incidendo la sua pelle lungo una linea che disegnava i contorni del viso.

    "L'operazione è completamente reversibile", lo rassicurò il dottor Müller.

    "M-ma… perché?" balbettò Krycek.

    "Sei l'unico che può sostituirlo", lo informò Smoking Man. "Hai studiato il suo dossier, hai lavorato con lui… Ti sarà facile farti passare per lui", insisté, mentre Krycek continuava a guardare Mulder.

    "Avete l'altezza ed il fisico simile. Pigmenteremo la tua cornea con uno speciale laser. Il colore tornerà naturale dopo un mese. Innesteremo sul tuo corpo una peluria più folta e tingeremo i capelli", spiegò il dottore mentre a Mulder veniva staccato il volto.

    "Ma perché?" chiese nuovamente Krycek fissando negli occhi il suo capo.

    "Dalla base aerea di El Rico sono stati rubati dei documenti top secret. Sappiamo che chi li ha sottratti ha contattato un gruppo anarchico che si fa chiamare i Pistoleri Solitari... A quanto pare sono amici di Mulder."

    "Devo arrivare a loro per prendere quei documenti?"

    "Esatto!"

    "Non possiamo semplicemente uccidere i Pistoleri e riprenderceli?"

    "Non sappiamo dove e quando saranno contattati per la consegna del materiale. Seguire Mulder potrebbe non portarci a niente. I Pistoleri sono talmente paranoici da prendere le più svariate precauzioni… L'unica soluzione è che tu ti sostituisca a Mulder e, con Scully, arrivare ai loro amici ed ai documenti", concluse.   

    "Come fate a sapere che li passeranno a Mulder?"

    "Perché è l'unico paladino di una verità che l'umanità non può sostenere", spiegò freddamente accendendosi una Morley e lanciandogli uno sguardo che non ammetteva insubordinazioni.

    Krycek non distolse lo sguardo ma continuò a fissarlo ed a sfidare la sorte. Farsi strappare il volto non era nel suo contratto.

    "Se rifiutassi?" azzardò.

    "Non puoi", lo informò Smoking Man mentre faceva segno a due infermieri di prepararlo.

 

    Krycek percepiva le voci e la luce, ma le bende che lo fasciavano non gli permettevano di ampliare i sensi.

    Finalmente una benda gli scivolò dagli occhi permettendogli, se pur a fatica, di riaprirli. Le bende corsero via anche dalle orecchie e sentì la voce del suo capo.

    "Come ti senti?" Si sentì chiedere.

    Krycek sentì le corde vocali pizzicargli. Aveva la gola secca come se avesse passato mesi nel deserto. "Bene", sentì dire dopo un po' a qualcuno.

    Strano… Era convinto di aver pronunciato lui quella parola, ma la voce non era sua.

    "Cosa mi è successo?" chiese quella voce inusuale.

    "Sei Mulder", disse Smoking Man girando la sedia verso uno specchio.

    Krycek rimase allibito nel vedere riflessa nello specchio non la sua immagine, ma quella di Mulder. Si alzò barcollante ed andò più vicino allo specchio. Si toccò le guance, i capelli, il naso. Era lui. Sapeva di essere lui  ma ciò che vedeva era Mulder.

    "Chi sono?" chiese. "Chi sono?" urlò quasi in preda al panico voltandosi verso il suo capo ed i medici.

    "Sei Alex Krycek", affermò Smoking Man accendendo una Morley.

   "Che cosa avete fatto alla mia voce?" chiese con voce tremula ed incapace di nascondere la sua angoscia. Vedeva Mulder, parlava con la sua voce… Gli sembrò di impazzire. Forse quello era solo un incubo. Un ennesimo incubo nel quale il suo capo lo aveva fatto precipitare. Si massaggiò la gola nell’attesa che qualcuno rispondesse alla domanda che aveva posto, forse, un secolo fa.

    "Ti abbiamo impiantato un microchip che cambia automaticamente la tua voce… Ti sarà rimosso a fine missione", spiegò il dottore.

    "E Mulder? Cosa ne è di Mulder?"

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 11:55 A.M.  

 

    Mulder spalancò gli occhi su un soffitto a grata.

    Da quanto tempo stava dormendo? Dov'era e come era finito lì? Si alzò dalla branda e realizzò che si trovava in una cella. Ma dove?

    Le pareti erano di metallo opaco e l'illuminazione quasi inesistente.

    "Ehi!" gridò qualcuno dal soffitto. "Ti sei svegliato?" chiese la guardia armata con una voce stridula.

    "Già!" rispose intontito sottovoce voltandosi di scatto.

    Dov'era Krycek?

    Era certo che quella voce fosse di Alex Krycek, eppure… Era uscita da lui.

    "Dove sono?" chiese sgranando gli occhi al suono della sua voce.

    "Nel carcere di massima sicurezza di Hardworld, Krycek."

    ‘Krycek?’, pensò. Perché lo aveva chiamato Krycek? "Io mi chiamo Mulder, non Krycek."

    "Sì, certo!" ridacchiò il secondino allontanandosi.

    Mulder non si dava pace, cosa stava accadendo? Perché era in carcere nelle vesti di Krycek, al posto di Krycek e, soprattutto, con la voce di Krycek?

    La testa gli doleva e la gola gli pizzicava. Arrancò al piccolo lavabo e bevve un sorso d'acqua calda dal sapore di cloro. La sputò disgustato e vide riflesso il suo volto nell’acqua che s’attardava a defluire dall’otturato scarico del lavabo… no… Non il suo volto, ma quello di Krycek. Si voltò di scatto, ma Krycek non era lì. Pensò di aver avuto un'allucinazione e, rifiutando altre ipotesi, tornò a sedersi sulla dura branda.

    La porta si aprì ed un uomo robusto con una mimetica ed i gradi da capitano gli si parò di fronte.

    "Alzati, Krycek", esordì.

    "Non sono Krycek", lo interruppe Mulder.

    Il capitano lo guardò accigliato, poi fece un segno con il capo al soldato alle sue spalle, il quale si avvicinò a Mulder e lo colpi allo stomaco con il manganello.

    "Qui sei di mia proprietà, Krycek. Neanche Amnesty International è a conoscenza di questa prigione e qui la legge la faccio io. Chiaro?"

    Il soldato trascinò di peso Mulder fuori dalla cella.

    "L'intera prigione è dotata di un campo magnetico. Gli stivali che indossi ci dicono dove sei e possiamo bloccarti al primo sentore di fuga", lo istruì il capitano.

    Arrivarono al refettorio in cui un centinaio di detenuti si apprestavano a cenare. Mulder riconobbe in loro alcuni tra i più feroci criminali d’America. Un paio di loro li aveva messi dentro lui quando lavorava alla sezione Crimini Violenti.

    Rimase paralizzato pensando a quello che gli avrebbero fatto per vendetta.

    Il soldato lo spinse avanti e Mulder barcollò verso il corridoio tra i tavoli, osservato con noncuranza dai carcerati.

    "Va' a prenderti la tua razione, Krycek", gli ordinò il soldato.

    Mulder si diresse verso un lungo bancone oltre il quale detenuti addetti alle cucine servivano un rancio sospetto. Mulder appoggiò sul vassoio la ciotola che gli era stata passata e proseguì oltre, dove un altro recluso gli passò della carne e del pane.

    Cercò con lo sguardo un posto e si sedette.

    Early Grayce, uno di quelli che aveva arrestato, gli si sedette accanto e Mulder deglutì vistosamente.

    "Non avrai paura, vero?" esordì Grayce con un ghigno sul volto.

    "No", si affrettò a rispondere Mulder con voce ferma.

    "Ho sentito che sei un ex agente dell'FBI", continuò Grayce.

    Mulder era allibito, possibile che non lo riconoscesse?

    "Sì, è vero", rispose Mulder assecondandolo.

    "Come sei finito qui?"

    Mulder lo fissò sconcertato e Grayce lesse tutto il suo smarrimento.

    "Ti hanno fatto l'elettroshock?" domandò come fossero vecchi amici.

    "Già!" tagliò corto Mulder riempiendosi la bocca con il cibo per evitare di rispondere ad altre domande.

 

 

Washington DC

Quartier Generale dell’FBI

Ore 1:03 P.M.  

 

    "Mulder, dove ti eri cacciato?" chiese Scully entrando come una furia nell'ufficio.

    "Perché?" domandò ingenuamente Krycek continuando a smistare la posta e cercando qualche indizio riguardo ai Pistoleri Solitari.

    "Sono due giorni che non ho tue notizie ed il tuo cellulare risulta spento", lo aggredì Scully d'un sol fiato.

    "Ah!… Avevo le batterie scariche."

    "Okay… Ma dov'eri?"

    "Da mia madre", rispose fissandola intensamente.

    Scully sospirò, chinò il capo e con un sorriso quasi materno tornò a guardarlo. "E credi che me la beva?"

    Krycek sorrise: Mulder e Scully erano due complici impareggiabili. Doveva essere questa la causa del suo fallimento e probabilmente il consorzio non avrebbe mai avuto la meglio sui due agenti.

    "Cosa volevi?" chiese glissando la domanda.

    "Frohike ti cercava… Lui ed i suoi compagni hanno qualcosa per te… Dicono."

    "Qualcosa?… Cosa di preciso?"

    "Non so!" rispose Dana stringendosi nelle spalle e guardandolo sorpresa. "Immagino qualche nuova delirante scoperta sugli alieni e relativo complotto governativo."

    "Allora andiamo!" la esortò afferrando il cappotto.

    Scully lo seguì a ruota come era solita fare. "Mulder!… Mulder!"

   Krycek si voltò quand'era ormai accanto all'auto, non aveva ancora fatto l'abitudine alla sua nuova identità.

    "Dove andiamo?"

    "Dai Pistoleri", azzardò Krycek sperando che gli amici di cui parlava Scully fossero proprio loro.

    "Ora?"

    "Hai detto che sono due giorni che mi cercano. Sarà urgente, o no?" la fissò sorridendo. "Tieni", disse mostrandole le chiavi. "Guida tu."

    Scully alzò un sopracciglio per la sorpresa, ma ormai doveva essere abituata allo stravagante Mulder.

    ‘Già!’  Sospirò tra sé Scully.

    Eppure, questo Mulder le sembrava un po' troppo diverso dal solito. Che fosse il cacciatore alieno? Che fosse un clone?

    Pensò subito di essere lei la stravagante. Lei che era sempre stata la scettica Scully, ora si cimentava in ipotesi assurde su un uomo che sapeva bene non essere ‘logico’.

 

 

Abitazione dei Pistoleri Solitari

Ore 1:54 P.M  

 

    Krycek sentì scattare diversi chiavistelli per tutta la lunghezza della porta. Il suo capo, Smoking Man, aveva ragione: i Pistoleri Solitari erano paranoici.

    Finalmente la porta si aprì ed un ometto basso, con i capelli grigi, un po’ stempiato ed occhialuto, gli diede loro il benvenuto facendoli accomodare e controllando che nessuno li avesse seguiti.

    "Dov'eri finito?" chiese Langly, un giovane alto e con i capelli lunghi e biondi.

    "Da mia madre", rispose serio il falso Mulder.

    “Non importa”, intervenne un uomo con la barba. "Ci ha contattato un certo Gazza…"

    "Nome fittizio", tenne a precisare Langly.

    "Pare abbia dei documenti importanti da passarci", concluse Byers grattandosi la barba e infastidito dall'interruzione del suo amico.

   "Okay", si affrettò a dire Krycek. "Dove e quando?"

    "Ma come?" scattò Scully. "Dai credito a un Gazza qualsiasi di cui non sai nulla; per dei documenti che non sai cosa contengono e…"

    "Calma, calma!" si difese Krycek sorridendo di fronte alla furia di lei. Era così diversa dalla Scully che aveva conosciuto nel periodo in cui lui aveva lavorato con Mulder. "Ho sentito che sono stati sottratti dei documenti dalla base aerea di El Rico. E' possibile che si tratti di questo…"

    "Come lo sai?" chiese sospettoso Frohike.

    "Una e-mail anonima", rispose.

    "Cavolate!" esclamò Scully, venendo immediatamente squadrata dai presenti.

    "E' vero", intervenne Langly. "Si tratta proprio di un ex operatore della base di El Rico."

    Krycek le sorrise vittorioso, mentre Scully lo fissava sempre più scettica.

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 9:00 P.M.  

 

   La porta a sbarre scivolò con frastuono e la chiusura elettrica scattò. Mulder si guardò attorno inosservato dagli altri detenuti che si erano già lasciati cadere sulle loro brande.

    Sulla destra c'era la sua branda con una coperta ed un cuscino, mentre in un angolo sulla sinistra c'era un lavabo con un piccolo specchio ed un water.

    Si avvicinò al lavabo e fissò lo sguardo nel piccolo specchio.

    Mulder urlò terrorizzato prendendosi il volto tra le mani, e indietreggiò. I detenuti saltarono giù dalle brande e due guardie arrivarono in tempo record alla sua cella.

    "Che ti prende, Krycek?" gli chiese una delle guardie disattivando la serratura.

    Mulder lo guardava con gli occhi sgranati, tremante e ammutolito. La guardia gli si avvicinò e, posandogli una mano sulla spalla, lo scosse quasi brutalmente.

    "Che hai?" gli domandò nuovamente ed incerto sul da farsi, temeva potesse trattarsi di un trucco.

    Mulder fece un passo indietro finendo contro la parete. Le sue gambe cedettero e cadde a terra perdendo i sensi.

 

 

Interstatale 66

Ore 10:45 P.M.  

 

    Krycek guidava verso l’abitazione di Mulder ad Alexandria deluso dall'incontro con i Pistoleri Solitari. Scully gli sedeva accanto delusa ed offesa.

    "Ho la mia macchina al Bureau", disse infine Scully con tono duro e pensando che il suo collega avesse dimenticato dove lei abitasse.

    "Sì, scusa. Hai ragione”, esordì Krycek con dolcezza. "Non ci stavo pensando, ma… potresti restare da me… Se vuoi."

    Scully lo fissò confusa. Non aveva mai pensato a Mulder in ‘quel senso’. Per lei era solo il suo collega. Un amico di cui fidarsi. L'amico che l'aveva aiutata in tante occasioni.

    "E' una proposta?" azzardò seria.

    "E' solo un invito", precisò Krycek comprendendo il complicarsi della situazione.

    Scully era visibilmente delusa e Krycek ne fu rammaricato. Era una donna eccezionale ed anche attraente, ma Alex sapeva che per Mulder era solo una cara amica. Se pur a malincuore, impose a se stesso il veto.

    "Sì", disse improvvisamente Scully. "Dormirò da te. E' troppo tardi per tornare a casa", concluse appoggiando il capo contro il finestrino.

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 0:10 P.M.  

 

    Mulder riaprì gli occhi in un'infermeria permeata da un forte odore di alcol. Si mise a sedere, ritrovandosi a fissare l'immagine di Krycek nello specchio di fronte.

    Rimase paralizzato cercando di capire perché il suo volto non fosse quello di sempre.

    Com'era possibile?

    Che fosse un incubo? Uno scherzo di cattivo gusto?

    Mulder sentiva di essere se stesso. Ricordava la sua infanzia a Chilmark, le estati a Quonochontaug, il rapimento di sua sorella Samantha e tutti i casi a cui aveva lavorato.

    Allora, perché il volto riflesso nello specchio non era il suo? Anche la voce, e poi… Tutti erano convinti che lui fosse Krycek.

    Forse lui era Krycek e…

    Cosa aveva detto Early Grayce? Ah! Sì…

    L'elettroshock. 

    Forse era Krycek e l'elettroshock gli stava facendo credere di essere Mulder.

    "Stai meglio?" chiese il dottore entrando in infermeria.

    "Chi mi ha arrestato?" chiese cercando di essere razionale.

    "L'agente Fox Mulder, dell’FBI", rispose il capitano entrando. "Cosa ti è successo? E' uno stratagemma per evadere?"

    "No… io… Non ricordo più nulla…" disse disorientato, tentando di non irritare il capitano.

 

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

Ore 0:21  

 

    Krycek sistemò il divano per sé e preparò la stanza da letto per Scully. Tentò di restare il più possibile freddo e distaccato e, per non insospettire la collega, inserì una cassetta porno nel videoregistratore e si sdraiò sul divano con tutti i vestiti.

    Scully fece una smorfia, gli augurò la buona notte e si chiuse in camera.

    Krycek socchiuse gli occhi tentando di accettare quella situazione e, soprattutto, quella personalità così estranea. Eliminò il volume e spense la luce per poter dormire.

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 9:00 A.M.  

 

    Mulder passeggiava in circolo seguendo in fila indiana gli altri detenuti. I pesanti stivali gli impedivano il movimento delle caviglie procurandogli un dolore acuto.

    "Ehi! Early!" chiamò sottovoce.

    Il detenuto che gli era davanti sollevò appena lo sguardo da terra. "Cosa vuoi?"

    "Ma questi stivali non ce li tolgono mai?"

    "Solo per l'elettroshock."

    "Allora cerchiamo di andar via da qui."

    "Cosa?!" chiese fermandosi di scatto bloccando il circolo.

    Mulder gli diede una spinta facendolo cadere. "Se esco di qua mi scopo tua sorella", gli urlò.

   Grayce si alzò scagliandoglisi contro con tutto il peso e colpendolo in faccia con la testa. Gli altri detenuti si disposero in cerchio, lasciando al centro uno spazio libero, come se fosse un ring, e presero ad incitare lo scontro. Dalle torrette e passerelle, le guardie guardavano senza intervenire, ma dando comunque l'allarme.

    Nella sala di controllo, il Capitano osservava la rissa sullo schermo dando ordine alle guardie di restare ai propri posti, pronti ad intervenire se la situazione fosse degenerata.

    "Non sta funzionando", bisbigliò Grayce a denti stretti all'orecchio di Mulder.

    "Lo vedo", rispose Mulder, allontanandolo con un calcio al petto.

    I due erano esausti e sanguinanti. Si fissavano ansimando e chiedendosi cosa fare, quando i loro stivali si bloccarono inchiodandoli al suolo.

 

 

Alexandria, Virginia

Abitazione di Fox Mulder

Ore 9:07 A.M.  

 

    "Mulder", rispose Krycek alzando la cornetta del telefono.

    "Sono Byers. Gazza ci ha contattati, vieni immediatamente."

    "Dimmi solo cosa ti ha detto."

    "Scherzi?!… Sai bene che la tua linea non è protetta… Sbrigati a venire qui", concluse e riagganciò.

    Scully osservò il suo collega come fosse un alieno, poi indossò il cappotto congedandosi. "Vado al Bureau… Chiamami se hai bisogno di qualcosa."

    "Non vieni con me?"

    I due si fissarono intensamente. Scully non capiva cosa passasse per la mente del suo collega. Sembrava un'altra persona, eppure era Mulder; il Mulder che conosceva ormai da due anni. Cosa gli era accaduto? Perché non era più così paranoico e richiedeva sempre la sua presenza? Non era un caso dell'FBI, ma una questione privata. Indubbiamente c'entravano gli X-Files, ma…

    "Ho un'autopsia alle undici. Posso raggiungerti nel pomeriggio, ti va bene?"

    "Certo." Krycek abbassò lo sguardo e raccolse le chiavi dell'auto dalla scrivania.

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 9:35 P.M.  

 

    Mulder fu fatto sedere di peso sulla sedia per l'elettroshock, mentre Grayce veniva trascinato via e lasciato sul pavimento quasi privo di sensi ed ormai senza forze.

    "Ehi, Early!" esclamò Mulder quando gli ebbero slacciato gli stivali. "Andiamo via di qui."

    Grayce si alzò di scatto e facendo leva sulla sua forza di volontà riacquistò tutte le energie, gettandosi poi su una delle guardie che tenevano fermo Mulder. A quel punto, il falso Krycek colpì con il pugno della mano libera la guardia che lo stava legando alla sedia.

 

 

Abitazione dei Pistoleri Solitari

Ore 10:42 A.M.  

 

    "Allora?" chiese Krycek ai suoi paranoici compagni.

    "Ci aspetta a Fort Davis Park per le due", lo informò Langly.

    "In pieno giorno?"

    "A quanto pare sì", affermò Frohike.

    "Potevate dirmelo senza che arrivassi qui…"

    "Sei uscito di senno, Mulder? Si può sapere che ti passa per la testa? E poi questa storia che sei stato da tua madre… Qualcosa non va?" lo interrogò Frohike.

    Krycek fece una smorfia, era chiaramente in difficoltà e pensò che i pistoleri glielo leggessero in volto. Deglutì, distolse lo sguardo con un sorriso sornione e, tornando a rivolgerlo su di loro, li fissò.

    "Okay… Ero con una donna. Devo darvi tutti i suoi dati e dirvi i particolari… o possiamo fare i gentiluomini e tenere la faccenda fuori dai nostri discorsi?" concluse, sorridendo apertamente.

    "Certo!" lo rassicurò Byers dandogli un colpo affettuoso sulla spalla. "Sai quanto siano paranoici Frohike e Langly, no?"

 

 

Carcere di massima sicurezza di Hardworld

Ore 11:07 A.M.  

 

    Recuperate delle armi, Mulder e Grayce, si fecero largo verso l'uscita e la salvezza. Salire in superficie si stava rivelando un'impresa ardua e Mulder cominciò a pensare che sarebbe morto colpito da uno dei proiettili che sibilavano intorno a lui.

    "AHHHHH!!"

    "Early!!" urlò voltandosi verso il compagno di fuga.

    "Scappa, Krycek! Scappa!" lo esortò Grayce atterrato da un colpo alla gamba.

    Mulder non perse tempo, spalancò la porta e si ritrovò sul tetto. Ma era il tetto di una piattaforma in mare aperto. Il tempo di orientarsi e un elicottero gli si parò davanti sparando.

    Mulder corse più che poté e con tutte le forze ancora disponibili, ma l'unica via di fuga era il mare… così si tuffò.

 

 

Fort Davis Park

Ore 2:00 P.M.  

 

    Il luogo dell'appuntamento era deserto e Krycek cominciò a dare segni di nervosismo.

    "Dov'è?" chiese ai tre.

    "Che ti prende, Mulder? Probabilmente ha avuto un contrattempo…" Langly si precipitò a giustificare Gazza.

    "Sai bene che in queste cose bisogna essere prudenti", sottolineò Frohike.

    "Secondo me: state esagerando", concluse il falso Mulder tornando verso l'auto mentre i tre si scambiavano sguardi perplessi.

 

 

New York City

East 46th Street

ore 2:06 P.M.  

 

    "Capo, è per lei."

    "Sì?" rispose Smoking Man.

    "Krycek è fuggito…" lo informò la voce all'altro capo del filo.

    "Quando?"

    "Questa mattina, ma diamo per scontato che sia annegato."

    "Date per scontato? Razza di idioti!" urlò sbattendo giù la cornetta.

 

 

Fort Davis Park

Ore 2:15 P.M.  

 

   "Mulder", rispose Krycek.

    "Sono io."

    "Qualche problema?"

    "Nulla che non si possa risolvere…"

    "Vale a dire?"

    "Mulder è fuggito."

    Krycek si sentì gelare il sangue.

    "Come ha fatto? Quella è una fortezza in mezzo al mare…"

    "Si è… tuffato", rispose Smoking Man.

    Krycek rimase a bocca aperta. Non sapeva se sperare che Mulder fosse morto per non fallire la missione, o che fosse vivo per potersi riprendere la propria identità.

    "Lo state cercando?" chiese infine speranzoso.

    "Certo!" mentì il suo capo.

    "Bene!" Krycek riattaccò, mentre i tre pistoleri si avvicinavano.

    "Era Scully?" chiese Frohike.

    "No… il Bureau… Allora?"

    "Non si è visto", rispose Byers.

    "A quanto pare questo Gazza è un ciarlatano… Aveva ragione Scully", disse Krycek salendo in macchina e lasciandoli allibiti.

 

 

Quonochontaug, Rhode Island

Ore 8:45 P.M.  

 

    Mulder aveva ormai raggiunto la riva, così si mise alla ricerca di abiti asciutti. Si accorse di essere a Quonochontaug. Costeggiando il mare, protetto dall’oscurità della sera, raggiunse la vecchia casa estiva.

    Tutto era ricoperto dal cellofan, erano passati diversi anni da quando la casa era stata chiusa. Non ricordava bene se prima o dopo il divorzio dei suoi, ma di certo era da molto che lui non metteva piede nella residenza estiva. Salì le scale, superò la stanza di Samantha ed entrò in quella che occupava da ragazzo. Si lasciò cadere sul letto e si addormentò.

 

 

Alexandria, Virginia

Appartamento di Fox Mulder

Ore 0:02 A.M.  

 

    "Scully!!" esclamò Krycek stupito. "Cosa ci fai qui a quest'ora?"

    "Ero preoccupata per te… Frohike mi ha detto del tiro mancino di Gazza…"

    "Entra."

    Scully lo seguì nel piccolo soggiorno, era passata mezzanotte e sembrava che Mulder stesse dormendo. Scully se ne meravigliò; il suo collega soffriva di insonnia e generalmente dormiva sul divano, ma… Ma questo Mulder stava dormendo in un letto e con i pantaloni del pigiama.

    "Stai bene, Mulder?"

    "Certo", Krycek fisso i suoi occhi azzurri. "Stavo dormendo… Sono ancora un po' frastornato."

    "Hai preso un sonnifero?"

    Krycek la scrutò come se avesse di fronte un fantasma, poi rammentò il problema di Mulder.

    "Sì… Metà… Ne avevo bisogno. Dopo quanto è accaduto ero fuori di me."

    Scully lo guardò rapita: il petto non molto villoso la stava eccitando. Eppure non era la prima volta che osservava Mulder seminudo, anzi…

    "Che c'è?" chiese Krycek turbato.

    "Nulla… ti spiace se resto qua? E’ troppo tardi per tornare a casa."

    Krycek abbassò per un istante lo sguardo. "No… Fa pure… il letto è tutto tuo."

 

 

Quonochontaug, Rhode Island

Ore 5:00 A.M.  

 

   Vi furono tre squilli prima che la segreteria telefonica partisse. Mulder si chiese dove poteva essere Scully alle cinque del mattino. Tentò il numero del cellulare.

    "Mulder."

    "Se tu sei Mulder… Io devo essere Krycek."

    Krycek sgranò gli occhi tra lo stupore e la speranza di riavere il suo corpo.

    Mulder riattaccò.

    Krycek spinse il tasto per visualizzare l'origine della chiamata.

    "E' il mio cellulare?" chiese Scully apparendo nella stanza.

    "Sì…" rispose incerto.

    "Posso riaverlo?" chiese lei sempre più sorpresa dallo strano comportamento di Mulder.

    "Certo!" rispose cancellando velocemente il numero dal display.

Ore 7:36 P.M.  

 

    Mulder trovò dei vecchi vestiti di suo padre e li indossò: come era prevedibile la dispensa ed il frigorifero erano vuoti. Cercò invano del denaro, subito dopo non trovandone, afferrò un lume ed uscì di casa per andarlo ad impegnare.

 

 

Washington DC

Quartier Generale dell’FBI

Ore 8:30 A.M.  

 

   Krycek ricordava solo i primi quattro numeri comparsi sul display, ma… quattro numeri erano più che sufficienti ad indicare lo Stato o la Regione da cui proveniva la chiamata; era chiaro che Mulder si trovava alla vecchia residenza estiva di Quononchontaug, nel Rhode Island.

    Senza perdere tempo prenotò telefonicamente un posto sul primo volo disponibile e si precipitò fuori dall'ufficio.

    "Dove vai?" chiese Scully incrociandolo.

    Krycek rimase per qualche istante senza parole. Notando lo sguardo sorpreso di Scully, cercò di riprendere il controllo della situazione.

    "Devo fare una commissione per mia madre… Ci sentiamo più tardi", disse dileguandosi.

    "Mulder!?!" chiamò a vuoto Scully.

 

 

Quonochontaug, Rhode Island

Ore 10:45 A.M.  

 

   Mulder consumò il pasto che poté permettersi con il denaro recuperato dall'impegno del lume e tornò a casa cercando una soluzione a quella strana faccenda.

    Ora, però, le cose erano un po' più chiare.

    In qualche modo i ruoli erano stati invertiti. Ma come e perché?

    Azzardò l'ipotesi di un trasferimento delle personalità, o del cervello, da un corpo all'altro. Al fine di eliminarlo dalla scena degli X-Files. A questo punto era chiaro che in tutto ciò era implicato il Governo ombra.

    ‘Certo!’ si disse ‘E' l'unica spiegazione logica, benché dubito che Scully l'avvalorerebbe. Il punto è: come faccio a tornare nel mio corpo?’

    Mentre quegli interrogativi continuavano a martellargli il cervello, Krycek si introduceva, armi in pugno, nell'abitazione.

    Mulder non aveva preso la semplice precauzione di chiudere la porta, lasciando così un libero accesso a chiunque. Essendo anche disarmato, era un bersaglio facile.

    Quando si trovò faccia a faccia con se stesso, rimase paralizzato.

    Il suo corpo, con il suo vestito, gli puntava un'arma e sorrideva.

    "E' sconcertante, vero?" esordì il vero Krycek. "E' come guardarsi allo specchio… Ma non è così."

    "Come hanno fatto?" chiese il vero Mulder.

    "Chirurgia."

    "Chirurgia?!" ripeté il falso Krycek.

    "Già!… Hanno preso la tua faccia e la mia… e le hanno invertite."

    "E… gli occhi?" chiese indicandoli con la mano.

    "Pigmentazione della cornea tramite laser", spiegò Krycek, guardando il corpo davanti a sé. "Devo riportarti in prigione… Quando avrò finito potrai riavere la tua identità", spiegò con calma al vero Mulder.

    "Finire cosa?"

    "La mia missione…"

    "Miss…"

    "Ah-ah! Non puoi chiedermi altro. Ed io… non posso dirti altro. Forza, Mulder!… Mettiti queste", gli ordinò lanciando sul letto un paio di manette.

    "E se rifiutassi?"

    "Ti ucciderò e ti consegnerò al mio capo. Lui terrà in serbo per me la faccia, così poi… io sarò nuovamente io. E tu…"

    "Hai fretta, Krycek?"

    "Perché?!" domandò Krycek, guardando il suo corpo aggirare il letto e poggiare le manette sul comodino.

    Il vero Mulder fu più veloce di un fulmine: afferrò il lume scagliandolo contro Krycek, il quale nel parare il colpo, sparò un colpo che raggiunse Mulder. Questi perse l’equilibrio cadendo fuori dalla finestra.

   

 

Abitazione dei Pistoleri Solitari

Ore 1:05 P.M.  

 

    "Non ho idea di dove sia, e stando a sua madre… E' un mese che non ha notizie", Scully scrutò i Pistoleri. "Non avete nulla da dirmi?" domandò, avvertendo una certa tensione nell'aria.

    "Scully…" esordì Byers con il tono di chi sta per dare una brutta notizia. "…Credo ci sia di mezzo una donna."

    Scully sgranò gli occhi.

    Mulder era strano. Per qualche verso poteva sembrare un pervertito e, negli ultimi tempi, mentiva spudoratamente; ma fare tanta scena per una donna, era a dir poco esagerato.

    "Okay!" convenne, sospirando. "Come lo contattiamo?"

    "Gazza questa sera ci consegnerà i documenti", la informò Byers. "Vieni tu con noi… quei documenti saranno più sicuri nelle tue mani."

    "Ma Gazza non vorrà incontrare Mulder?" chiese preoccupata.

    "Probabile! Però sa chi sei… Si fiderà di quello che gli dirai."

 

Quonochontaug  

 

    Il vero Krycek inseguiva disperatamente le tracce che Mulder stava lasciando: zoppicava, probabilmente la caduta gli aveva procurato una distorsione, e le tracce di sangue dalla ferita, non erano ben visibili nell’oscurità. 

 

 

New York City

East 46th Street

Ore 2:08 P.M.  

 

    Smoking Man spense una Morley per accenderne un'altra.

    Gli anziani del consorzio l'osservavano aspettando le ultime notizie.

    "Purtroppo del vero Mulder si sono perse le tracce. Di Krycek non abbiamo notizie da quando gli ho comunicato la fuga di Mulder da Hardworld."

    "Possiamo ritenere la missione… fallita?" chiese l'Uomo dalle Mani Ben Curate.

    "Niente affatto!" sbottò Smoking Man. "Ho dato ordine di sorvegliare l'agente Scully… Forse i Pistoleri Solitari non saranno troppo scaltri e forse…"

    "Ci sono troppi forse nel suo piano", fece notare l'Uomo Ben Vestito.

    "Se il piano fallisse, ne risponderà personalmente", sottolineò l'Uomo dalle Mani Ben Curate.

    "Certo!" disse Smoking Man alzandosi e spegnendo con forza la sua Morley. "Come sempre."

 

Quonochontaug  

 

    Quando tutto sembrò perduto, Krycek scrutò una figura raggomitolata dietro un albero.

    Gli si avvicinò cautamente, arma in pugno, ma quando si abbassò preoccupato a smuovere il corpo, questi cadde privo di sensi.

    Caricatoselo sulle spalle lo riportò a casa, avvertendo il consorzio di andarlo a riprendere. Poi, chiamò Scully.   

 

 

Abitazione dei Pistoleri Solitari

Ore 3:47 P.M.  

 

    "Mulder mi ha chiamata. Sarà qui a momenti", riferì Scully ai suoi compagni.

    "Ti ha chiamata?… Non gli avrai detto tutto per telefono, spero!" sbraitò Langly.

    "Non sono stupida. E' per questo che viene qui", disse gelandolo con uno sguardo.

    "State calmi! Siamo tutti dalla stessa parte", intervenne Frohike, non gli andava che il suo compare se la prendesse con la sua amata Dana.

    Il cellulare dell'agente suonò. "Scully."

    "Ascolta!… So che ti sembrerà assurdo, ma l'uomo che si fa passare per Mulder è in realtà Krycek."

    "Se è uno scherzo, non è divertente… Lei chi è?"

    "Sono Mulder…"

    "Senta…"

    "Non far caso alla mia voce… Ti prego di credermi."

    "Mulder!" esclamò sorpresa.

    "Scusate il ritardo", disse entrando e sorridente il falso Mulder e con un bernoccolo vistoso.

    Scully troncò la telefonata e spinse il tasto per la visualizzazione del numero. Non lo conosceva.

    "Andiamo!" li esortò Frohike.

 

 

Quonochontaug, Rhode Island

Ore 3:55 P.M.  

 

    Il vero Mulder doveva trovare il modo di raggiungere Washington e Dana Scully.

    Qualunque fosse la missione di Krycek, l'obiettivo dovevano essere gli X-Files.

    "Teena Mulder."

    "Mamma."

    "… Chi parla?"

    "Sono io, Fox…"

    "Fox?… L'agente Scully…" cercò d'informarlo Teena Mulder.

    "Sì, è una storia lunga…"

    "Che hai fatto alla voce?"

    "Ho la faringite… Ascolta! Devi farmi un enorme favore…"

 

 

Rhode Island Avenue

Ore 4:00 P.M.  

 

    Il luogo dell'appuntamento era poco fuori Washington, sulla Rhode Island Avenue, a metà strada da Mount Ranger. Da un furgone malandato uscì un uomo visibilmente camuffato, avanzò con passo deciso, ma con una circospezione che Krycek trovò ridicola.

    "Gazza?" chiese enfaticamente il falso Mulder.

    "L'agente Mulder, suppongo?"

    "Già! Lei è la mia collega, l'agente Scully."

    "Questi sono i documenti di cui ho parlato ai suoi amici… Spero che lei sappia come usarli."

    "Certamente!" si limitò a rispondere Krycek.

    Scully si meravigliò della freddezza del suo compagno e per un istante prese in considerazione la possibilità che l'uomo al telefono le avesse detto la verità.

    "Noi non ci siamo mai visti, agente Mulder… Chiaro?"

    "Chiaro."

    L'uomo si allontanò senza voltarsi e Krycek fece la stessa cosa sotto lo sguardo attento di Scully.

    "Forse dovrei tenerli io", propose Dana spinta da un sesto senso.

    "Non vedo il perché… E poi voglio vedere cosa contengono", Krycek si precipitò a spiegare alla sua collega.

    I Pistoleri Solitari, in un primo tempo, osservarono la scena senza interferire, ma compresero che qualcosa non andava.

    "Forse Scully ha ragione", azzardò Frohike.

    "Niente affatto!" esclamò Krycek attento ad apparire calmo e, soprattutto, Mulder. "Devo sapere cosa contengono e renderli pubblici quanto prima… Non ci sarebbe nessun vantaggio a tenerli sigillati…" Le sue ragioni erano forti e l'enfasi era tipica di Mulder.

    Scully chinò il capo in assenso e salì sulla propria auto diretta ad Annapolis. Lo stesso fecero I Pistoleri Solitari per tornare al loro alloggio blindato, ma solo dopo che il falso Mulder li ebbe rassicurati che li avrebbe contattati appena letto il contenuto.

 

 

Annapolis, Meryland

Abitazione di Dana Scully

Ore 5:16 P.M.  

 

   Scully aprì la porta del suo appartamento con la sensazione  che ci fosse qualcosa di non molto chiaro negli ultimi eventi. Accese la luce e gettò il cappotto sul divano. Sollevò lo sguardo e sgranò gli occhi.

    Davanti a lei c'era Krycek.

    Istintivamente impugnò la sua arma, puntandola contro il falso Krycek.

    "Mani sulla testa, Krycek", ordinò.

    Mulder allargò le braccia muovendosi verso di lei. "Non sono armato… Ascoltami!…" la supplicò.

    "Su le mani!" insisté Scully.

   "Okay!" disse Mulder, obbedendo. "Ma ascoltami… Hanno scambiato le nostre facce…"

    "Una cosa è certa, Krycek: dici stronzate come se fossi Mulder…"

    "Così mi offendi!… Comunque, è la verità… Se non mi credi, fammi un prelievo. Vedrai che ho il gruppo sanguigno di Mulder e non di Krycek…"

    Scully abbassò lentamente l'arma.

    Forse l'uomo di fronte a lei era davvero chi sosteneva d'essere.

 

 

Statale 50

Ore 5:30 P.M.  

 

    Krycek spingeva sull'acceleratore più che poteva, ma la strada sembrava sempre più lunga e, l'abitazione di Scully, sempre più lontana.

    Durante il suo viaggio verso la base militare di Fort Marlene, Smoking Man lo aveva contattato informandolo che i suoi uomini non avevano trovato nessuno a Quonochntaug.

    Krycek comprese al volo che Mulder doveva essere diretto nell'unico luogo in cui poteva sentirsi al sicuro. Dall'unica persona di cui si fidava. Dall'unica amica che gli avrebbe creduto. Dall'unica ancora di salvezza.

    Da Dana Scully.

   

 

Annapolis, Meryland

Abitazione di Dana Scully

Ore 5:31 P.M.  

 

    "Lo so che è assurdo…"

    "Come posso crederti?"

    "Posso dimostrartelo con quello che so di noi… Dei nostri casi…"

    "Potresti aver avuto accesso ai rapporti."

    "Sì… E' vero, ma… io e te abbiamo un rapporto di fiducia nato già dalla prima volta che abbiamo lavorato insieme."

    Scully alzò un sopracciglio cercando di capire a cosa si riferisse.

    "Ricordi il nostro primo caso, quello in Oregon?… Quella notte sei venuta da me… Ci conoscevamo appena, eppure… ti sei quasi spogliata perché controllassi che i segni alla base della schiena non fossero gli stessi rinvenuti sui ragazzi rapiti…"

    Scully cambiò espressione e si rilassò.

    "Questo non fu trascritto nel rapporto… Solo Mulder potrebbe saperlo. Ed io lo so… perché io sono Mulder."

    Dana Scully lo fissò intensamente tra l'incredulità e l'entusiasmo per quell'intervento fantascientifico.

   La porta si spalancò bruscamente ed il vero Krycek entrò puntando l'arma verso i due. Scully tentò di difendersi con la propria, puntandola contro l'impostore.

    “Non vorrai colpire l’uomo sbagliato?” domandò il falso Mulder insinuando il dubbio nella mente di Dana Scully.

    “Sta mentendo, Scully… Non farti ingannare”, la esortò il suo vero partner.

    Scully, pur sapendo che l’uomo armato era Krycek, posò l’arma sul tavolino per evitare complicazioni.

    "Brava! Non voglio farti del male, Scully!… Forza, Mulder! Vieni con me e riavrai la tua identità."

    Il vero Mulder lo fissava cupo.

    "Dove sono i documenti?" chiese Scully.

    "Quali documenti?" si informò il vero Mulder, cominciando a comprendere parte della missione di Krycek.

    "Non ha alcuna importanza per te… Andiamo!" gli ordinò Krycek, accompagnando il comando con un cenno della pistola.

    Mulder si rese conto che era l'unico modo di riavere la propria identità, benché questo significasse non sapere di quali documenti stessero parlando.

    Scully impugnò nuovamente la pistola, ma non poté usarla, poiché Krycek aveva sotto tiro Mulder.

 

    Krycek fece sedere Mulder alla guida dandogli ordine di partire. La strada gliel'avrebbe indicata lui. Accortosi che Scully era dietro di loro, ordinò a Mulder di accelerare.

    Mulder lo fissò senza obbedire. "Perché non la fai finita e mi uccidi?"

    Krycek serrò le labbra e con forza spinse il suo piede su quello di Mulder, che per il dolore sterzò bruscamente finendo fuori strada.

    L'auto cominciò a cappottarsi più volte lungo il dirupo che costeggiava la Statale 2.

    Scully fermò l'auto e guardò verso il basso. I fari dell'auto in caduta le indicavano la posizione, ma il buio le impediva di mettere a fuoco la scarpata.

    L'auto si bloccò e il vero Mulder si rese conto di essere incastrato tra il sedile ed il volante. Krycek era stato sbalzato fuori, qualche metro prima del brusco arresto. Intontito e sanguinante, discese i pochi metri che lo separavano dal suo volto.

   Era intatto?

    Sì, lo era.

    "Sono incastrato…" lo informò Mulder. Una tempia cominciò a sanguinare.

    "Sta' calmo!… Ora ti tiro fuori di lì", lo rassicurò Krycek, senza far trasparire il timore che l'auto potesse esplodere.

    Cercò, quasi alla cieca, un ramo con cui poter far leva e sbloccò lo sportello del guidatore. Poi spaccò il volante per permettere a Mulder di muoversi.

    "Ho le gambe paralizzate…" Mulder lo informò terrorizzato.

    Krycek lo trascinò fuori allontanandosi il più possibile dall'auto.

    Pochi secondi dopo la vettura esplose.

    Scully sentì il boato e vide l'enorme fuoco che si era creato sul fondo della scarpata. Pregò che Mulder fosse ancora vivo e riprese a scendere in fretta l'impervio tragitto che la separava dal suo partner.

    Krycek estrasse il cellulare dalla tasca della giacca: era distrutto.

    "Non puoi avvertire i tuoi compagni?" lo schernì Mulder, costretto a terra.

    "Fa’ meno lo spiritoso!… Se non ci trovano, non possiamo tornare ad essere noi stessi… Non ci hai pensato, cervellone?"

    "Fermo, Krycek!" ordinò Scully, arrivandogli alle spalle. "Metti le mani sopra la testa."

    Krycek le obbedì, mentre lei gli si avvicinava.

    "Stai bene, Mulder?" chiese Scully preoccupata, ma senza distogliere lo sguardo da Krycek.

    "Sì, ma non riesco ancora muovere la gamba destra."

    Scully stava superando l'uomo sotto tiro per soccorrere Mulder, quando il braccio di Krycek la colpì facendola cadere.

    Il falso Mulder le fu subito addosso e la colpi con forza sul volto facendole perdere i sensi.

    Il vero Mulder reagì improvvisamente, come se quell'affronto alla sua collega gli avesse ridato le forze. Con entrambe le mani colpì Krycek alla nuca, ma il colpo non era abbastanza potente e questi, voltandosi, lo colpì con un calcio che lo sbilanciò gettandolo a terra.

    Il falso Mulder afferrò l'arma di Scully, ma l'altro gli saltò addosso facendogliela perdere e coinvolgendolo in un corpo a corpo.

    Benché quasi privi di forze, i due si scambiarono colpi al viso e all'addome, rotolandosi sul pietrame circostante.

    Il falso Krycek cercando di afferrare un sasso da usare come arma, si imbatté nella pistola di Scully. Con uno scatto, dovuto più alla volontà che alla forza, si portò sul vero Krycek e gli puntò l'arma alla tempia.

    Krycek ansimò osservando il proprio volto boccheggiare tra rivoli di sangue. "Se mi uccidi…" cominciò sorridendo, "… ogni volta che ti guarderai allo specchio… E' me che vedrai."

 

   L’elicottero militare inviato da Smoking Man illuminò la zona con l’immenso faro. Le pale sollevarono polvere e foglie scompigliando i due uomini, mentre Scully giaceva a terra ancora priva di sensi. Mulder e Krycek vennero issati a bordo per mezzo di cavi, poiché la zona impervia non permetteva un atterraggio.

    A bordo, Mulder venne narcotizzato.

    “Come sapevate dove trovarci?” chiese Krycek, ad uno dei militari.

    “La tua auto era provvista di segnalatore.

    “Avete catturato Gazza?” chiese continuando ad urlare per il frastuono.

    “Sì. Ormai è un caso chiuso”, concluse il militare mentre l’elicottero proseguiva per la base militare di Fort Marlene.

 

 

Base Militare di Fort Marlene

Ore 10:43 P.M.  

 

    Krycek, per la prima volta, fu felice di attraversare quei lugubri corridoi. Entrò nella sala per l’operazione mentre alcuni infermieri spingevano la barella di Mulder.

    Mentre si spogliava si guardò allo specchio. Indossò il camice e si sedette sulla branda. Un infermiere gli iniettò l’anestetico ordinandogli di sdraiarsi. Krycek obbedì.

    Aspettando che lo portassero nella sala operatoria, Alex Krycek continuò ad osservare il volto del suo nemico riflesso nello specchio. Chiuse gli occhi e pensò che quella sarebbe stata l’ultima volta.

   

   Krycek percepiva le voci e la luce, ma le bende che lo fasciavano non gli permettevano di acutizzare i sensi.

    Finalmente una benda scivolò dagli occhi permettendogli, se pur a fatica, di riaprirli. Le  bende scivolarono anche dalle orecchie e sentì la voce del suo capo.

    "Come ti senti?" gli chiese Smoking Man.

    Krycek sentì le corde vocali pizzicargli. Aveva la gola secca come se avesse passato mesi nel deserto. "Bene", rispose con la propria voce.

 

 

Washington DC

Quartier Generale dell’FBI

Ore 10:13 A.M.  

 

    Dana Scully era accanto alla scrivania di Mulder a sistemare la posta e separare la propria da quella del suo collega.

    "Ciao, Scully!" disse Mulder entrando.

    Scully lo guardò sorridente, felice che quell'incubo fosse finito. Lasciò cadere la posta per terra ed andò verso l'uomo che le veniva incontro. Si fermò ad un passo da lui.

    "Sei proprio tu?" chiese, ancora scossa dagli avvenimenti ed osservando gli occhi ancora verdi.

    "Sì", la rassicurò Mulder. "Sono proprio io… Il tuo paranoico collega che dice stronzate", sottolineò con una frecciatina.

    Scully fece un passo avanti e lo abbracciò.  

 

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NICK

 

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La fanfic è una narrazione amatoriale di fan per i fan. Tra i vari sottogeneri della fanfiction c'è la cosiddetta GEN, ovvero quella di genere, che prevede la fedeltà  alla serie originaria, con i caratteri dei personaggi, le loro fisicità e gli eventi di base non modificati.

 

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