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MOONLIGHT First Italian GDR |
Dichiarazione |
I nomi dei personaggi e gli stessi appartengono a Joel Silver, alla sua casa di produzione e alla CBS. Amanda Price e August Fleint sono personaggi originali dell'autrice. I caratteri dei personaggi originari possono non apparire conformi agli originali in quanto la gestione è a discrezione dei giocatori. |
Per le strade di Los Angeles |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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Appena
fuori dagli uffici Konstan, c'era la limousine a noleggio che mi
attendeva. L'autista fu un razzo a scendere dal lato guida per venire ad aprire lo sportello passeggeri. Io entrai prima di Richard e, contemporaneamente, ordinai all'autista: "Patina Restaurant, alla Walt Disney Music Concert Hall." "Mi hanno detto che si mangia divinamente... ci sei mai stato?" domandai a Richard. |
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Una volta
salito nella limousine,mi misi di fronte a lei per guardarla negli occhi. Posai lo sguardo sul suo corpo…niente male,proprio niente male “Non ci sono mai stato,sono arrivato a Los Angeles circa 2 ore fa…” anche se avrei preferito andare nella mia camera d’albergo. “Ma dimmi Amanda,tu non sei di qui vero? Il tuo accento è molto inglese…come il mio…” |
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Lo squadrai
con un sorriso sornione. "Sono qui da più di un secolo e ancora il mio accento inglese non mi abbandona... puoi perdonarmi?" domandai parlando abbastanza basso perché l'autista non ascoltasse. "E forse dipende anche dal fatto che vivo a Washington... oh, pardon, vivevo, fino a ieri... Anch'io sono nuova e la villa che ho scelto non sarà disponibile prima di domani... non sai quanto odi vivere in albergo, anche se di quelli superlusso... tu dove alloggi?" |
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“Alloggio
al Baltimore Hotel…abbastanza accettabile…magari più in la cercherò
una casa anche io, anche se sono randagio,non ho fissa dimora…non amo
vincoli,o possedere chissà quali proprietà…e tu invece dove alloggi
dolcezza?” Di andare in quel ristorante non ne avevo assolutamente voglia, in realtà sarei andato volentieri da qualche parte ad approfondire la conoscenza con la bionda prorompente. “Sei una persona molto diretta,e questo mi piace, lo sono anche io…per cui,che ne dici lasciar perdere il ristorante e andare,o da me o da te?” Le dissi, protendendomi verso di lei e sfiorandole lievemente con il dito un ginocchio. |
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Era un tipo
subdolo... mi piaceva. Era perfetto per un'avventura senza strascichi. Il sesso era un ottimo alleato per farsi amici e passare il tempo. Più lo osservavo e più mi piaceva. "Alloggio allo Chateau Marmont, so che Keanu Reeves ci ha vissuto un paio d'anni prima di decidersi ad acquistare casa... spero di non starci così tanto... per carità! Bel posto, il mio August ha pensato a tutto, ma dormire in una vasca da bagno di ghiaccio non è come avere una ghiacciaia a disposizione", dissi con una smorfietta. Poi Richard venne allo scoperto, non che non avessi capito le sue intenzioni, ma il fatto che avesse il coraggio, finalmente, di parlar chiaro, mi piacque. Non riflettei neanche un secondo sulla proposta. Mi sporsi verso l'autista e gli ordinai di tornare in albergo, allo Chateau Marmont. "E' meglio da me... così l'autista potrà ritirarsi", spiegai a Richard, strizzandogli l'occhio. "E poi ho in frigo del buon "Rosso"...
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“Dipende
con chi si sta nella vasca mia cara…se si è in buona compagnia ci
starei ore e ore…” Questo mi fece venire in mente che dovevo chiamare il mio amico per farmi portare un freezer nella camera dal’albergo. Lasciai perdere quel pensiero per concentrarmi su Amanda, senza neanche rifletterci ordinò all’autista di andare al suo hotel. Colsi l’occasione per alzarmi dal mio posto e sedermi accanto a lei,cingendole le spalle con il mio braccio. “Un bicchiere di rosso fa sempre piacere…” le dissi guardandola negli occhi, giocherellando con alcune ciocche di capelli biondi, sfiorandole volutamente anche il collo. |
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Richard
cominciò a muoversi verso di me e lo lasciai fare. "A parte fare il modello... qual è la tua vera occupazione?" domandai senza rendermene conto. Non so cosa ci fosse nei suoi occhi, ma lessi una nube. Tutti noi vampiri avevamo nuvole che coprivano diversi momenti della nostra vita; e più invecchiavamo, più nubi si addensavano sul nostro passato. La mia era una sola, ma immensa e quando si fermava tra i pensieri e il cuore, io morivo. Quando lui mi sfiorò, fissando il suo sguardo nel mio, vidi una nube e doveva, o volevo che fosse, la sua e non la mia... |
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“ ahahhh…”
feci una risatina,cosa facevo oltre al modello?”beh cara,potrei anche
non fare niente, ma questo lavoro mi permette di conoscere
gente…soprattutto delle belle ragazze…come te…” Un discorso del genere avrebbe dato fastidio a molte donne,ma non ad Amanda, ormai aveva capito che mi piacevano le donne, corteggiarle, ma soprattutto farci del sesso. “Diciamo che, vivo…beh forse non è la parola giusta per noi…insomma, mi godo l’eternità…” Mi fermai un momento,mi parve di vedere nei suoi occhi un velo di tristezza, ma non li diedi peso,non ero il tipo che consolava,assolutamente no. “scommetto che tu sei una ragazza piena di occupazioni vero? Non sarà troppo scortese,se ti chiedo quanti secoli hai? Dal tuo profumo ne devi avere anche più di me…” mi avvicinai con la bocca al suo collo,ispirando il suo profumo e sfiorandole la pelle con le labbra. |
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Ricambiai
con un sorriso. "188.." risposi, mentre poggiava le sue labbra sul mio collo per poter aspirare il mio odore. Cercavo sempre di attutirlo con First, il miglior profumo inventato nei secoli. Mi distanziai di poco da lui. "Ma dimentichi una regola fondamentale della cavalleria: non si chiede l'età ad una signora... neanche se bella... attraente... splendida... sexy e figa, come me..." mi avvicinai e gli schioccai un bacio veloce sulle labbra. In quel momento la limousine si fermò. "Siamo arrivati, tesoro", dissi quasi canzonandolo. "Ora mostrami cosa sai fare..." e così dicendo, scesi. Ringraziai l'autista che mi teneva lo sportello e lo salutai con un sorriso. |
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“ Siamo
quasi coetanei…trattami bene però,che sono più piccolo di te…” Continuavo a sfiorarle il collo. Con una mano poi cominciai a toccarle la coscia… Si allontanò un momento da me, non mi diede il tempo di rispondere che mi baciò velocemente. In quel momento la limousine si fermò… “ Finalmente siamo arrivati tesoro…” risposi stando al suo gioco…poi mi provocò… La guardai negli occhi,con un mezzo sorriso,poi scendemmo dalla macchina. Aspettai che l’autista si allontanasse,poi le presi un braccio, la voltai verso di me, l’appoggiai alla limousine con un pizzico di aggressività e la baciai con foga. |
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Hotel Chateau Marmont |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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La seguii
nella sua suite,incurante della gente che ci stava intorno. Quando entrammo,mi guardai intorno, niente male come albergo... “ AB+ grazie…” poi,essendo una che dice le cose in faccia e senza tanti complimenti, mi fece una domanda alquanto strana e che mi fece ridere “ahahahhaha…” prima di continuare a risponderle, adocchiai una poltrona,e mi misi comodo “Cosa pensi che sia Amanda? Un bambinetto arrapato?” ero divertito, sarei stato al suo gioco, evidentemente non si rendeva conto che tirava il sasso e poi, nascondeva la mano. “Se ti fa tanto piacere saperlo,da ieri sera…” bene cara Amanda, avrei passato il timone a te… Ora mostrami cosa sai fare…pensai,ricordando la frase che mi aveva detto poco tempo prima. |
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Lo guardai
di traverso mentre gli porgevo una bottiglietta di AB+. Stava calando il mio interesse per lui. Sembrava uno sbruffone ora, non più un ragazzino eccitato. Okay! era meglio dare sfogo ai miei "calori" e liberarsi di lui... non era chiaramente il tipo con cui si potessero avere rapporti più lunghi. Nei miei 188 anni avevo incontrato vampiri e umani di quel genere, e non era il genere di gente che rivedevo una seconda volta. "Okay, ragazzino!" esordii facendo riferimento al fatto che era più piccolo di me. "Togliamoci il dente... spogliati e fammi vedere cosa sai fare con una vera donna!" e così dicendo feci scivolare via i miei vestiti. |
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Presi la
bottiglia di AB+ e ne sorseggiai un poco. Poi in meno di 10 secondi mi si spogliò davanti…ah però…rapida la signorina… Rimasi seduto sulla poltrona,contemplandola dalla testa ai piedi. Non c’erano dubbi, era veramente una bella donna… Però avevo voglia di divertirmi e di stuzzicarla… “Ma come cara,così veloce? Conosciamoci meglio….” Le dissi sorridendo, e riprendendo a bere dalla bottiglia. |
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Conoscerci
meglio? ma cosa blaterava? "Scusa, Richard... eri presente anche tu alla riunione. Devo contattare August, spiegargli il tutto per stilare il contratto con tanto di preventivi... Sono una donna d'affari, per me il tempo è denaro... non ho tempo per conoscerti. Ora... sii all'altezza delle premesse, o va' a farti un giro e torna da me 'sta notte!" dissi irremovibile, restando semi nuda di fronte a lui con la mia bottiglietta di "rosso". |
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Sorrisi…meno
male era una donna così…non avrei sopportato tanti discorsi…. Posai la bottiglia su un tavolino e mi avvicinai a lei lentamente. Una volta davanti la guardai negli occhi,poi con una mano le accarezzai la guancia e scesi giù lentamente fino alla spalla. Poi mi avvicinai al suo viso baciandole la guancia che avevo appena sfiorato,scendendo giù verso il collo. Ritornai a guardarla, per poi avvicinarmi alle sue labbra baciandola,stavolta dolcemente. |
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Finalmente
si muoveva. Mi si avvicinò e prese a baciarmi. Poggiai la mia bottiglietta sul tavolo che avevo accanto. Poiché aveva in dosso ancora i suoi abiti, cominciai a sbottonargli la camicia, mentre ricambiavo i suoi baci. Gli sfilai la camicia e gli baciai i pettorali. Mentre armeggiavo con la zip dei suoi pantaloni. "Di là c'è un letto matrimoniale per due coppie..." allusi, mentre gli scoccavo il bacio più passionale di Los Angel. |
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“Andiamo
di la tesoro…” le feci segno di fare strada tenendole un braccio
intorno alla vita. La camera era molto grande e anche il letto non era da meno. Mi sedetti sul bordo del letto,poi le presi le mani e la feci sdraiare accanto a me… Le posai un bacio leggero sulla bocca per poi scendere sul collo, poi mi soffermai sui suoi morbidi seni per scendere ancora a darle piccoli baci intorno all’ombelico… Alzai un attimo lo sguardo per poi scendere ancora più in basso, nella sua intimità… |
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Ci
dirigemmo nella stanza da letto, mi fece sdraiare e prese a baciarmi ed
eccitarmi dolcemente. Mi mossi sotto di lui allargano un po' le gambe e quando baciò il mio ombelico mi inarcai dal piacere. Strano come nonostante fossi così "vecchia" e praticamente "morta", tutti i miei sensi rispondevano come sempre. Improvvisamente pensai al mio primo marito e a quanto l'avessi amato. Scossi la testa per allontanare il pensiero di lui e presa la testa di Richard tra le mani, lo tirai dolcemente verso di me, baciandolo. "Scopami!" gli ordinai senza ritegno. |
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“ Con
piacere dolcezza…” La baciai profondamente e a lungo, poi le presi un gamba e l’alzai per poter entrare dentro di lei… Iniziai a muovermi lentamente,ascoltando i suoi respiri… Poi la presi per le natiche per spingermi ancora di più dentro… |
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Rispose
prontamente al mio invito/ordine. Quando mi penetrò lanciai un gridolino di piacere e mi spinsi più verso di lui, proprio mentre prendeva le mie terga per penetrarmi più a fondo. Cominciai ad ansimare e sospirare mantenendo il ritmo. Lo baciai più intensamente per soffocare il suo "respiro" nel mio. Mi inarcavo e muovevo inizialmente seguendo il suo ritmo, ma poi misi le mie mani sul suo sedere e cominciai a comandare il gioco. |
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Il mio
respiro stava accelerando, il piacere si stava facendo intenso ad ogni
affondo. Amanda si avvicinò potevo sentire il suo respiro vicino al mio, la baciai in bocca, per scendere sul collo e ancora più in basso.I il piacere stava aumentando sempre di più… Poi mi prese il sedere…con quel gesto penetrai ancora più dentro… lasciai che fosse lei ora a condurre il gioco… |
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Spinse
così in profondità che urlai a metà tra dolore e piacere. Continuai a dare il ritmo e presto aumentai i giri. L'eccitazione cresceva sempre di più. Il mio respiro divenne sempre più accelerato e il ritmo incessante. Un ultima spinta e raggiunsi l'orgasmo soffocando il mio piacere in un bacio morboso sulle sue labbra. |
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Sentirla
urlare di piacere mi fece eccitare a mille… Seguii il suo ritmo affondando più velocemente e in profondità, il suo respiro si fece più accelerato e capii che era vicina a raggiungere l’apice… Diedi un colpo più forte e Amanda arrivò all’orgasmo baciandomi,quasi a trasmettermi il suo piacere… Mi mossi ancora per un poco finchè non raggiunsi anche io il piacere. Respirando forte sprofondai con la testa nell’incavo del suo collo,per inspirare il suo profumo. |
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Anche lui,
pochi secondi dopo, raggiunse l'orgasmo per ricadere su di me sfinito. Potevo ritenermi soddisfatta. "Fantastico!" esclamai spostandolo leggermente da un lato. "Scusa, tesoro... ma come ti dicevo ho un po' di affari da sbrigare..." così dicendo mi alzai per andare a fare una doccia. "Vuoi venire anche tu?... potresti lavarmi la schiena", dissi sorniona. |
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“Vengo
volentieri… “ mi alzai dal letto e la seguii in bagno… avevo bisogno
di rinfrescarmi. Avrei dato anche una sorsata veloce alla bottiglia di
sangue per rimettermi in forze. Entrammo sotto la doccia, il getto d’acqua fresca mi stava rigenerando… Presi il sapone e le feci segno di girarsi, iniziai a massaggiarli la schiena dolcemente scendendo ogni tanto a sfiorare il suo bel sedere. |
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Rispetto al
suo modo di parlare, i modi di agire erano molto più dolci ed eccitanti. Mi seguì sotto la doccia fredda e prese a lavarmi delicatamente. Lasciai scivolare in dietro la testa per poggiarla sul suo petto e lasciare che mi baciasse. Poi mi voltai verso di lui e lo abbracciai continuando a baciarlo. "E' proprio un peccato che tu debba andartene... se non avessi da fare ti direi di restare", esordii, prendendo il sapone dalle sue mani e cominciando a insaponargli il petto. "Che ne dici di tornare qui questa sera?... Potremmo ripetere la performance?" domandai con un sorriso che la diceva lunga e non nascondeva le vere intenzioni. "La notte è lunga... potremmo andare ad oltranza..." |
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“Mi hai
letto nel pensiero mia cara…magari ti invito anche a cena stasera…” Riflettei per un momento se potevo avere qualcos’altro da fare…ma si potevo anche cenare con lei se era libera… Intanto lasciai che continuasse a lavarmi, poi le posai un piccolo bacio sulle labbra… Presi ancora del sapone per insaponarle davanti,cogliendo l’occasione per toccarle ancora i seni… |
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Accettò
l'invito. Eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Prese a toccarmi il seno e lo lasciai fare, benché stavo per eccitarmi nuovamente e volevo evitarlo. "Al momento non ho impegni per la cena", dissi guardandolo e afferrandogli le mani per fermarlo. "Direi che potresti venire qui per le sette e mezza... otto... Cena in camera e... spettacolo", conclusi dandogli le spalle e prendendo a sciacquarmi. |
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“Affare
fatto…sarò da lei a quell’ora” approfittai del fatto che si girò
per sciacquarmi anche io, poi uscii dalla doccia. Cercai un asciugamano e me lo misi intorno alla vita. Mi avvicinai allo specchio, che era appannato e con la mano cercai il mio viso. Sapevo di essere alquanto narciso, ogni volta che mi guardavo mi compiacevo del mio splendido aspetto…e sarebbe sempre stato così. Temporeggiai in bagno in attesa che anche Amanda uscisse dalla doccia. |
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"Wow!"
dissi uscendo dalla doccia e vedendolo gongolarsi alla propria figura
riflessa nello specchio. "Non ho mai visto neanche una donna così narcisista..." risi, mentre afferravo un telo per asciugarmi. "Dai, Adone, vattene, o io non combinerò nulla di buono", dissi avvicinandomi e baciandolo calorosamente. Poi uscii dal bagno, gettai il telo per terra e mi buttai in dosso un vestitino leggero e sbracciato. "Fila via!" dissi porgendogli i pantaloni. "Devo contattare August... ci vediamo questa sera", conclusi accarezzandolo con un dito dall'incavo giugulare all'ombelico. |
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“Vado
vado…” afferrai al volo i miei vestiti e li indossai. Mi diressi all’ingresso dove avevo lasciato la bottiglia di sangue… “questa me la porto via…”buttai giù una sorsata…poi andai verso Amanda… “Ciao Dolcezza…a stasera…” le strizzai l’occhio e mi diressi alla porta. Non ero tipo da ultime occhiate, aprii la porta e la richiusi alle mie spalle. Scesi giù all’ingresso, e una volta fuori chiamai un taxi. |
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"Non
ti sto cacciando... ma solo... come dire: buttando fuori", risi
ancora. "A stasera, dolcezza!" gli dissi di rimando. Lui uscì ed io aprii il mio portatile, mentre nell'altra mano stringevo il mio cellulare per chiamare August. |
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Chiamai
August e gli spiegai come si erano svolte le cose con Josef. La Trask ormai mi apparteneva e il contratto che stavo per stipulare con Josef avrebbe avuto i suoi vantaggi. August mi sembrò strano al telefono, benché entusiasta delle nuove prospettive. Mi rassicurò che avrebbe preparato in tempi brevissimi il contratto, costi e ricavi compresi, e che me lo avrebbe inviato via mail. Lo salutai e tornai sotto la doccia. |
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Cominciavo
ad annoiarmi. Non avevo nulla da fare fino alla sera, quando avrei avuto il mio secondo incontro con Richard. Presi in mano gli altri fascicoli con gli altri progetti di investimento e cercai qualcosa di interessante. |
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Mentre
cercavo di organizzare i miei affari, sentii squillare il mio cellulare. Lo cercai tra la confusione delle carte e risposi. Il numero che comparve
sullo schermo non lo riconobbi, ma era di Los Angeles. |
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La voce
sicura della mia cliente rispose presto al telefono e così le spiegai il
motivo della chiamata. "Salve, Miss Price, sono Ryan Reynolds dell'agenzia immobiliare. Scusi se la disturbo, ma ho delle ottime notizie riguardo a quella villa di cui le avevo parlato e cui era interessata. Il proprietario è disposto a vendere per l'offerta che abbiamo pattuito e a quanto pare è disponibile anche subito. Appena lei è libera, posso accompagnarla ed eventualmente consegnarle le chiavi. Mi dica lei quando è disponibile." |
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"Salve,
signor Reynolds... che notizia fantastica!" Non ero più nella pelle dalla felicità. "Potrei essere da lei tra mezz'ora... se lei è libero... mi dica lei!" aggiunsi eccitata all'idea di avere finalmente la mia villa personale. Non che in quel mega albergo super lusso e frequentato dalle star non fossi felice, ma non mi sentivo libera di "agire". |
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"Per
me va benissimo." Risposi subito, controllando l'agenda. Non c'erano ulteriori impegni quel giorno e avrei lasciato un altro dipendente a gestire l'agenzia in mia assenza. "Allora, a dopo. L'aspetto qui e poi l'accompagno io alla villa." |
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Riposi il
mio cellulare. Riguardai le schede sparse sul tavolo. Le riordinai, di quei progetti me ne sarei occupata in un secondo tempo. Chiamai la reception per richiedere la limousine e mi preparai per andare all'agenzia immobiliare. |
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Agenzia Immobiliare |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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La
limousine mi lasciò davanti all'agenzia ed entrai entusiasta. "Salve, signor Reynolds!" dissi andandogli incontro con la mano tesa e un sorriso a 32 denti. "Non immagina quanto abbia apprezzato la sua telefonata!" |
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Avevo
appena finito di sistemare il sostituto, quando la limousine si fermò a
bordo del marciapiede e Amanda ne scese elegantemente per entrare in
agenzia. Eccola... Puntuale come sempre. "Miss Price, buonasera... La stavo aspettando. Sono felice di averle fatto un favore a contattarla prima del previsto. " L'accolsi con un sorriso e presi le chiavi della macchina avvisando che ci saremmo allontanati subito. "Le faccio strada, venga con me, così l'accomagno alla villa." |
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"Certo...
avverto l'autista", affermai seguendolo fuori dall'agenzia. Chiesi all'autista di seguirci con la limousine e poi salii sull'auto del signor Reynolds. |
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Verso casa |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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Ryan fece
strada alla sua cliente fino alla BMW parcheggiata poco distante e le
aprì lo sportello per farla accomodare al suo fianco. "Non è molto lontano, ed è abbastanza in alto per poter godere di una vista spettacolare di Los Angeles... Sono sicuro che le piacera!" Esclamò convinto. Aspettò che allacciasse la cintura e poi partirono per raggiungere una delle zone più lussuose di Beverly Hills. "Il proprietario ha deciso di venderla solo perchè non ha il tempo di andarci..." Cominciò a spiegarle. "Ci tiene in modo particolare e vuole che l'acquirente sia una persona assolutamente di stile e di buon gusto. Quando gli ho detto di avere trovato una donna di classe come lei, era raggiante!" Si voltò a guardarla per un istante, sorridendo, prima di tornare a fissare la strada. |
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"Grazie!"
dissi quando mi tenne lo sportello per salire in auto. Si accomodò al mio fianco, attese che mi fossi allacciata la cintura e prese a fare complimenti. Non mi dispiaceva, ma un po' quelle attenzioni mi infastidivano. Forse perché stavo già pensando a Richard... era più nelle mie corde, rispetto ad un "umano". "Grazie... i suoi complimenti cominciano ad imbarazzarmi..." dissi guardando fuori dal finestrino la strada che portava verso il promontorio dove era abbarbiccata la mia villa... quella che August aveva definito il Titanic di montagna. "La vista mi interessa relativamente... è la privacy di cui godrò che mi attira molto... e poi la trovo molto originale..." aggiunsi pregustando il momento in cui vi avrei abitato. |
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Imbarazzo?
Stento a credere che una donna sicura come lei possa essere in imbarazzo
per una semplice costatazione... "Non le faccio complimenti a vuoto, le dico solo la verità. E riguardo alla riservatezza, stavo per dirglielo io... è una vera roccaforte, può stare tranquilla." Ryan imboccò il bivio che conduceva in uno dei quartieri di lusso e cominciò a percorrere una delle strade private, fino a raggiungere il vialetto della villa in questione. "Ci siamo... " Le spiegò, avanzando verso l'edificio e parcheggiò davanti all'ingresso. Si affrettò dunque a scendere e ad aprirle lo sportello perchè anche Amanda potesse scendere e ammirare quello splendore dell'architettura moderna. "Mestosa e appartata... l'emblema della privacy e del lusso contemporaneo!" Direi che le si addice... "Vogliamo entrare?" Le chiese indicando la porta e la anticipò per aprire con le chiavi che aveva portato con sè. |
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Dopo aver
lasciato la statale e una delle strade principali della zona residenziale
sulle colline di Los Angeles, ci addentrammo in una strada che si snodava
tra gli alberi verso l'alto, con una pendenza impressionante. Arrivati alla sommità, Ryan fermò la macchina nello spiazzo antistante un'entrata a vetri al cui lato c'era il parco macchine coperto. |
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MOONLIGHT First Italian GDR |