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MOONLIGHT First Italian GDR
Dichiarazione

I nomi dei personaggi e gli stessi appartengono a Joel Silver, alla sua casa di produzione e alla CBS. Amanda Price e August Fleint sono personaggi originali dell'autrice. I caratteri dei personaggi originari possono non apparire conformi agli originali in quanto la gestione è a discrezione dei giocatori. 

Blade Shop

Personaggio Evento Ambiente

 

Arrivai con l'altra volante e notai subito che Carl stava dando disposizioni per la perquisizione.
non aspettai che la vettura fosse del tutto ferma, aprendo lo sportello mentre faceva manovra di parcheggio.
Scesi, rischiando di inciampare e raggiunsi il tenente.
"Eccomi!" dissi affiancandolo.
"Entriamo?"

 

Mentre parlava, la seconda volante sopraggiunse con Ben a bordo che saltò fuori dall'auto con una certa impazienza.
"Noi siamo pronti, ti stavamo aspettando." Disse Carl, annuendo.
"Ho messo sotto controllo la zona per evitare che i curiosi ci mettano i bastoni tra le ruote, ci sono degli agenti piantonati anche sul retro dove Murphy ci ha indicato il magazzino. Ho scannerizzato la foto di un fac-simile e l'ho distribuita ai ragazzi. Se quell'arma è lì, la troveremo. Al tuo ordine faranno irruzione e cercheremo il pugnale. "

"Nessuna irruzione", esordii prendendo le chiavi che Marphi mi aveva dato e mostrandogliele.
"E' stato collaborativo... Andiamo?"

 

 

Il tenente Davis resto di stucco, vedendo che Ben aveva le chiavi del negozio, ma si riprese subito dal suo stupore, mantenedo un atteggiamento sospettoso.
"Collaborativo... fanno sempre così quando hanno qualcosa da nascondere e vogliono sembrare disponibili."
Avanzò verso la porta a vetri e aspettò che Ben aprisse, lasciandosi andare ad un commento sarcastico.
"A te l'onore, allora... Inauguriamo questo posto mettendolo sottospra, ma da gentiluomini. Che non si dica che la polizia di L.A. non sa essere elegante anche nelle perquisizioni!"

"Già!" mi limitai a rispondere pensando a quella faccia di bronzo di Marphy.
Poi, aprii la porta a vetri ed entrammo nell'armeria.
"Cominciamo dalle vetrinette espositive, ma controllate a fondo il magazzino e l'ufficio sul retro..." dissi ai ragazzi di Carl.
"Per l'abitazione?... Il mandato è arrivato?" domandai a Carl.

 

 

 

 

 

Carl seguì Ben dentro l'armeria e così anche gli agenti.
Lui stesso e Ben organizzarono i settori del locale da assegnare agli uomini per la perquisizione a cominciare dalle vetrine, come aveva disposto il viceprocuratore.
Un'altra squadra di elementi era rimasta all'esterno e una terza cercava a fondo nel magazzino retrostante.
"No... non abbiamo ancora il mandato per l'abitazione..."
Si lasciò andare a mezzo sospiro e gli chiese preoccupato.
"Pensi che l'arma non sia qui?"
Mentre parlavano, uno dei ragazzi della scientifica che componeva la prima squadra si avvicinò loro per informarli delle novità.
Avevano trovato alcune impronte su determinate vetrinette che non appartevano a Murphy, ma all'interno non c'erano armi riconducibili ai pugnali usati sulla vittima.
Il tenente si rivolse a Talbot per commentare.
"Se siamo fortunati, magari appartengono a qualcuno che è schedato."

 

Guardai i poliziotti muoversi secondo gli ordini, poi trasalii alla domanda di Carl.
"Come dici?... Ah, sì... Certo: se tu fossi l'assassino e avessi usato un'arma così particolare... la conserveresti qui?... Io credo che sia altrove..." stavo rispondendo, quando uno della scientifica ci avvicinò.
"Non credo nella fortuna, Carl... Credo di più nella stupidità degli uomini... Continuiamo a cercare..."

 

 

Carl incrociò le braccia sul petto e si fece pensieroso.
"Hai ragione, ma qui è facile mimetizzarle con quelle nuove. Ci vorrà tutta la notte per controllare tutte queste armi... il magazzino è pieno di armadietti blindati."
E proprio mentre lo diceva, uno degli agenti sul retro contattò Carl attraverso la ricetrasmittente.
"Ben, era Tom che dirige la squadra nel magazzino, dice che hanno trovato una cassaforte e la stanno aprendo, vogliono che li raggiungiamo." 

 

 

Mentre ascoltavo Carl, mi guardavo attorno ed annuivo in silenzio a quanto affermava.
Mi stavo dedicando a un espositore di spade orientali, quando Carl mi informò di una cassaforte nel magazzino.
"Sì, d'accordo, andiamo... Fammi strada!" dissi, seguendolo quasi contro voglia.
Che diavolo ci tiene in una cassaforte in magazzino? Armi d'oro? pensai sempre più scocciato.
Mi sentivo preso in giro. Quel Marphy mi piace sempre meno, così come tutta quella storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

"Ed eccomi! Dopo aver chiuso la telefonata con Jack avevo consultato una cartina sul dove si trovasse il negozio di Armi segnalatomi da lui e Seth per il ritiro della daghe. Non avevo avuto molto tempo per passare a casa per cambiarmi o per cammuffarmi in modo da nascondere il mio viso con una delle tante maschere che nei miei anni di non-vita avevo collezionato e quindi restavo, anche per questa sera, un attraente donna bionda con indosso un tailleur nero che se si sarebbe sporcato sarebbe stato un vero peccato. Arrivai di fronte al retro del magazzino de Blade Shop, sospirai sentendo chiaramente al mio olfatto il profumo di carne e sangue fresco all'interno. Sorrisi con un filo di malvagità tra le labbra per poi camminare tranquillamente nel vicoletto adiacente vuoto, visto che la polizia controllava tutti gli ingressi ma non di certo le facciate laterali Umani pivelli.. pensai facendo un balzo e raggiungendo una finestra, mi appesi al davanzale e poi con la punta della scarpa sfondai il vetro della finestra del piano sotto quello sul quale ero appeso. I vetri andarono in frantumi provocando del rumore, ma si sà..le entrate migliori sono quelle con un po' di baccano! Entrai dunque dalla finestra per poi appendermi al soffitto, restando a quattrozampe come se fossi un ragno, nell'oscurità del magazzino, iniziando a studiare quante persone c'erano a terra ed individuando la cassaforte circondata dalla scentifica.

 

 

 

 

L'agente della scientifica li aveva richiamati sul retro e sia il tenente Devis che il viceprocuratore Talbot si erano spostati al magazzino.
Nel momento in cui Carl entrò nell'ampio locale pieno di scatoloni imballati e impolverati, individuò il gruppetto della scientifica intorno alla cassaforte di cui si era parlato.
Uno dei ragazzi era inginocchiato davanti ad essa, avvolto nella tipica tutina bianca e impegnato a recuperarne il contenuto che non era ancora visibile a chi si trovava come lui e Ben dal lato della porta.
Erano tutti concentrati su quella scena quando avvertirono il rumore di vetri infranti.
Carl mise subito mano alla pistola e alzò lo sguardo verso i finestroni da cui poteva provenire il rumore dell'infrazione.
Cercò di percepire qualche movimento, mentre puntava la pistola in aria alla cieca, dove il soffitto era in penombra.

 

Eravamo appena entrati nel magazzino, quando un rumore di vetri mise in allarme Carl, che estrasse la pistola.
Io fui meno veloce, ma d'istinto lo imitai, abbassandomi leggermente come se temessi che qualcosa mi cascasse sulla testa, ma non riuscivo a vedere nulla.
"Tu..." dissi ad uno degli agenti accanto alla cassaforte, "Punta la torcia lassù!"

 

 

 

 

Dopo quello che i miei occhi avevano visto in mano alla scientifica, ovvero la cassaforte aperta con le daghe prezione al loro esterno in mano agli umani, non potevo di certo starmene inpalata in quel modo, appesa al soffitto. Nel momento preciso in cui la luce di un agente illuminò il punto dove mi trovavo precedentemente io ero sparita. Una risatina malefica percorreva tutto l'ampio magazzino e con la mia grande velocità avevo sottratto a Carl la pistola, svuotandogli il caraticatore sulle scarpe e buttando l'arma nel cestino e poi ero andata dal trio di agenti che tenevano le daghe
"Iuuuuu..sono qui"
dissi a tutti e tre, ma non ebbero nemmeno il tempo di voltarsi che già si erano ritrovati due a cozzare la testa insieme e il terzo per terra, con una pallottola nella gamba. Sogghignai e poi rubai le daghe tornando verso il soffitto, nell'oscurità. Oh..si, mi stavo proprio divertendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Accadde tutto in pochi minuti e Carl non fece nemmeno in tempo a rendersene conto.
Si ritrovò una figura misteriosa addosso, piombata dal soffitto chissà come, con il preciso intento di disarmarlo.
Non riuscì neanche a sparare, la sua pistola gli venne strappata dalle mani con violenza e usata addirittura contro di lui. Fu per puro miracolo che i proiettili non lo colpirono in modo grave anche se uno di striscio gli ferì la gamba destra, facendolo sanguinare.
Non si trattava di una ferita preoccupante, ma gli bruciava e probabilmente questo gli offuscò i sensi, impedendogli di seguire i movimenti fulminei di quella creatura che sembrava avere poco di umano.
Nella concitazione generale riuscì a vedere come qull'unica persona si rivelò in grado di sgominare un'intera squadra di agenti senza troppo sforzo e di rubare il contenuto di quella cassaforte che avevano appena aperto.
Disarmato e dolorante, cercò invano intorno a sè qualcosa con cui contrattaccare e aggredire, ma voltandosi, perse il contatto visivo e quando tornò a cercare l'assalitore, fece solo in tempo a vedere una sagoma femminile che si sollevava in aria velocemente per poi tornare sul soffitto.
"Ben?" Istintivamente lo chiamò per accertarsi che stesse bene e che non stesse sognando.
Intorno a lui, anche gli altri erano impietriti.
Pensò quindi di afferrare il ricetrasmettitore per chiedere rinforzi dall'esterno, poi chiamò e chiese ancora.
"State bene? Ci sono dei feriti? Ben?"

Qualcuno o qualcosa, ci assalì così rapidamente, da non aver capito cosa stesse accadendo.
Mi accorsi solo che Carl, che tanto si era preoccupato per me e gli altri, era a terra ferito.
"Io sto bene. Tu, piuttosto, come stai?" domandai continuando a non capire se il pericolo fosse passato oppure no.

 

 

 

Mi ritrovavo nella penobra più totale del soffitto, in un angolino osservando le daghe che avevo rubato a quegli stupidi di umani con il sangue caldo. Ad un certo punto sentii che qualcuno stava chiamando rinfozi e questa cosa non era di certo positiva, anzi, odiavo quando c'era calca per cui con velocità vampiresca scesi nuovamente a terra raggiungendo l'uomo di colore che stava chiamando i rinforzi, gli presi la ricetrasmittente e gliela diedi dietro alla nuca in modo da fargli pedere i sensi mentre la persona che si stava avvicinando a lui, chiedendogli come andava, la spinsi via con una mano facendolo finire contro la parete. Sicuramente avrebbe riportato qualche frattura e infine distrussi la ricetrasmittente per poi sparire definitivamente da quel negozio, visto che era ora di dare inizio allo spettacolo.

 

Prima che potesse fare qualunque cosa, Carl fu investito di nuovo di colpo, stavolta da quella figura che gli piombò praticamente addosso.
Qualcosa lo colpì violentemente dietro alla testa e svenne all'istante.
Cadde a terra, e restò qualche minuto privo di sensi, finchè il dolore non lo svegliò.
Si massaggiò la nuca, rendendosi conto del fatto che fortunatamente non perdeva troppo sangue e cercò di aprire bene gli occhi per guardarsi di nuovo intorno in cerca di aiuto.

 

 

Avvenne tutto troppo in fretta.
Non ero riuscito a capire cosa accadesse, qualcuno o qualcosa mi aveva sbalzato lontano da Carl.
Urtai violentemente le spalle alla parete con un fragoroso botto.
La spalla! pensai, cercando di drizzarmi vedendo Carl a terra svenuto.
Ma non riuscii a sollevarmi.
Sperai fosse solo una lussazione, e vidi che Carl riprendeva i sensi.
"Carl... Tutto bene?" domandai sofferente, mentre riprovavo ad alzarmi.

 

 

La testa gli faceva male, ma Carl riuscì debolmente a riprenderesi quel tanto che serviva per rispondere a Ben.
"Ci sono... dolorante, ma ci sono..."
Si sollevò sulle braccia per cercare di capire in che condizioni fossero gli altri e si rivolse a Ben.
"Qui serve un'ambulanza... Tu come stai? E Quella chi diavolo era? Anzi no... che cosa era?" Precisò, massaggiandosi il collo.
La ferita alla gamba era passata di colpo in secondo piano e sentiva solo un leggero bruciore.

 

"Sì, certo!" dissi avvicinandomi a lui per controllare che non facesse l'eroe.
"Servono ambulanze, agenti feriti a terra.... Ripeto, agenti feriti a terra!" comunicai nella ricetrasmittente agli agenti fuori dall'armeria.
Poi tornai ad occuparmi di Carl, mentre non smettevo di guardarmi le spalle e sopra la testa.
"Non so cosa o chi fosse... Ma ha preso le nostre prove..."

 

Ben gli venne incontro per accertarsi che stesse bene e Carl si sollevo' da terra meglio per rendersi conto di quello che il viceprocuratore stava dicendo.
Quella strana creatura aveva rubato cio' che Murphy nascondeva nella cassaforte e dal canto suo temeva che fosse difficile ritrovarla.
"Era una donna... Sei riuscito a vederla bene in faccia? Io so solo... Che quello che ho visto e' stato incredibile..."

"Donna???... Era una donna quella? Io ero convinto che fosse una valchiria... Ce la fai a camminare?... Andiamo!" dissi offrendogli un braccio a cui poggiarsi per uscire da quel posto.
"Possiamo dire addio alle prove... Come faremo a incastrare quel bastardo?" continuai a dire, pensando alla faccia strafottente di Marphy.

 

 

 

"Non lo so... proprio non lo so..."
Carl si appoggiò alla spalla di Ben, ma solo per riuscire a rimettersi in piedi, poi cercò di camminare da solo e ci riuscì.
"Grazie, ce la dovrei fare..."
Fece una smorfia, ma articolò un passo incerto, mentre cercava di andare verso la porta.
"Che cosa avrà preso? Sei riuscito a vedere che cosa c'era in cassaforte? Armi? Possibile che voglia commettere un altro omicidio con le stesse armi? Forse dovremmo incrementare ancora la sorveglianza della zona, anche se, per come ci ha sbaragliato, potrebbe servirci l'esercito! Ho visto solo i suoi capelli lunghi, ma non l'ho vista in viso, non saprei identificarla..."

"Non fare lo stoico, appoggiati", dissi vedendolo barcollare.
"No, è stato tutto troppo veloce, ma sembravano lame, ho notato un luccichio, anche se... Tra i lampi delle automatiche e il colpo ricevuto, non sono molto sicuro di quel che ho visto", conclusi, mentre tornavamo nella parte anteriore del negozio.

 

Carl si appoggiò a Ben, accettando il suo aiuto per trasferirsi dall'altra parte del Blade Shop, poi guardandolo con riconoscenza, gli fece segno di allontanarsi.
"Credo di dover comunque andare a farmi vedere da un dottore, anche se penso sia una cosa da poco... Tu non preoccuparti, torna alla centrale. Ti chiamo più tardi per sapere come dobbiamo procedere, ma non voglio che resti fermo per colpa mia, già ti ho fatto perdere troppo tempo..."

"D'accordo!" dissi, accompagnandolo ad una delle ambulanze lì parcheggiate.
"Ci vediamo domani in tribunale", conclusi, salutandolo e tornando alla macchina per tornare in centrale a confermare l'arresto.

Centrale di Polizia

Personaggio Evento Ambiente

Tornai, un po' di malavoglia, alla Centrale di Polizia.
Confermai il fermo preventivo per Marphy.
Mentre consegnavo i documenti del fermo alla reception, vidi Mick fuori dalla porta e Beth lì accanto.
Entrando dal parcheggio sul retro, non li avevo visti prima.
Li raggiunsi.
"Beth... Mick!"

 

 

Sorrisi a Ben e gli indicai Murphy in sala con Howard:
"Howard è con Muprhy, io e Mick stavamo per andare a controllare casa del suo amico, per scrupolo, ti avrei chiamato fra due minuti, come è andata al Blade Shop?" dissi chiudendo la porta in modo che Murphy non sentisse.
"Ben, ascolta...io ci ho parlato, e non credo sia stato lui...lo hanno incastrato...vedrò se riesco a portarti qualche prova solida...ma mi serve tempo... tienilo pure qui il tempo che ti serve... ma non facciamoci prendere per i fondelli da questi criminali" dissi "E' importante...stanno giocando a fare i serial killer...

 

 

Feci un cenno di saluto a Ben vedendolo arrivare. Non aveva il solito aspetto impeccabile, ma anzi mi sembrava un po' sconvolto e trafelato.
Immaginai che fosse per colpa dell'indagine, ma in un attimo individuai un odore familiare che gli era rimasto addosso.
Vampiri... da quando Ben frequenta vampiri?
Ero stupito perciò non potei fare a meno di chiedergli se avesse novità.
"Hai l'aria preoccupata... Qualcosa mi dice che le brutte notizie non sono finite..."
E dicendolo, lanciai anche un'occhiata eloquente a Beth, una di quelle che solo lei riusciva ad interpretare alla perfezione.

 

 

O Mick leggeva la mente o io ero in condizioni pietose...
"Effettivamente, non sono buone... Carl è al Proto Soccorso e le prove sono state rubate... Anche se non abbiamo ancora capito da chi o cosa", dissi, trafelato, sistemandomi i capelli alla meglio.
"Io ho bisogno di riposo... Ho consegnato il fermo e domani comparirò con Marphy davanti al Giudice per chiederne l'arresto preventivo per evitare che lasci lo stato o una cauzione molto elevata... Spero che le vostre prove siano più schiaccianti quelle che io e Carl non siamo riusciti a trovare!"

 

 

 

 

Guardai Ben con gli occhi sgranati: "Pronto soccorso?" chiesi "siete...stati attaccati?" chiesi guardando per un momento Mick, la foga di chiudere la porta mi aveva fatto perdere dettagli importanti.
Mi passai una mano fra i capelli: "Pensiamo che Murphy sia stato solo un capro espiatorio... ci ha raccontato un pò di cose, se vuoi restare con lui, magari con le buone ti ripeterà tutto, con me si è aperto abbastanza, per questo stiamo andando a controllare l'indirizzo che ci ha dato, di quel tale...Jack. Pensiamo sia siano stati lui e la sua compagna a tirarlo in ballo."
Lo guardai ancora e mi venne un idea: "Ce la fai a venire con noi? Sei ferito?"
In quel momento portarlo con noi era la cosa migliore da fare, per proteggerlo e per tenerlo sotto controllo, e per fargli vedere coi suoi occhi che Brian era molto probabilmente davvero innocente.

 

 

 

 

Avevo capito benissimo che c'era stato l'intervento di qualche vampiro e questo complicava di più' le cose.
Ben era un tipo dalle mille domande e non si sarebbe fermato di certo senza avere una risposta.
Ascoltai con attenzione la sua spiegazione riguardo all'aggressione e al furto delle prove, poi la proposta di Beth.
Portare Ben con noi non mi avrebbe facilitato il compito di scovare quelli a cui davo la caccia, ma capivo anche che fosse l'unica cosa sensata da fare.
"Sembrano ben organizzati, visto che rubano le prove anche con i poliziotti presenti sulla scena. Il quadro che abbiamo davanti non è del tutto chiaro, ma ora iniziano a schiarirsi molte zone d'ombra... prima interveniamo e prima possiamo sconvolgere i loro piani. Forse possiamo puntare sull'effetto sorpresa."

 

"Sì, ma Carl dovrebbe cavarsela", dissi soprappensiero.
"Innocente o meno, ho appena consegnato il fermo... Domani andrò in tribunale per chiederne l'arresto preventivo o una cauzione alta... Preferisco tenerlo al fresco fino a quando non avremo altri indiziati", risposi.
"Sinceramente preferisco venire con voi, piuttosto che avere a che fare nuovamente con Marphy... Meglio allentare le briglie, per oggi non si sbottonerà oltre", conclusi.

 

 

Mi strinsi nelle spalle, non ero troppo d'accordo, ma il capo era lui e comunque una volta trovato forse qualche traccia più evidente della colpevolezza di questo Jack, le cose si sarebbero sistemate.
"Ok, allora possiamo andare" dissi guardando prima l'uno e poi l'altro.
"Con quale macchina andiamo?" domandai.
Era una constatazione abbastanza stupida, però effettivamente la situazione era un pò bizzarra. Io, Mick e Ben tutti nella stessa autovettura.
Se non si scannano prima...forse ci arriviamo a destinazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

"Fino a che Murphy sarà qui, sarà impossibilitato a comunicare con l'esterno e sarà anche protetto da eventuali ritorsioni. Fino a che non fa del male e non si mette in pericolo, potremo lavorare più tranquilli."
Esprimevo la mia opinione e alla domanda di Beth, accennai una spiegazione poco plausibile, ma che era in realtà un gran mucchio di verità.
"Andiamo con la tua Prius, io ho lasciato il mio bolide a qualche chilometro da qui... Poi ti spiego con calma. Visto che si tratta di un'emergenza e questo killer è davvero pericoloso, ho mollato tutto e ti ho raggiunta. Quindi è meglio prendere la tua... E Ben..." Lo guardai, rivolgendomi nuovamente a lui.
"Dopo quello che hai passato, hai i nervi d'acciaio, ma forse è meglio se non guidi ancora per un po', non ti pare? Beth è un'ottima guidatrice."
Essere aggrediti non è mai simpatico, ma quando a strapazzarti è un vampiro, di sicuro è difficile riprendersi bene in fretta. Già mi meraviglia che abbia trovato la forza di rimettersi in piedi e ripartire all'azione subito... quest'uomo ha un grande senso del dovere, più di quanto già mi aspettassi.
Interrompendo i miei pensieri, mi voltai a guardare di nuovo Beth.
"Se non te la senti, posso sempre guidare io..."
Ma sono sicuro che te la senti. Guardando nei suoi occhi vedevo tutto l'ardore che aveva dentro di voler passare all'azione il prima possibile.

 

Mick aveva preso a parlare a ruota libera e per un istante mi ero assentato mentalmente, per poi sentire il mio nome e trasalire.
"Eh, sì, come?... Sì, sì, certo... Comunque non avrebbe senso andare con due auto", risposi un po' incerto.
Ma davvero credeva Marphy innocente?
A volte Mick mi spiazzava.
"Allora, andiamo?"

Presi le chiavi della macchina dalla borsa e mi avviai verso il parcheggio, guardano Ben mentre camminavamo: "Ben sei sicuro di stare bene?" chiesi "non hai subito esattamente un attacco leggero" sospirai mentre aprivo col telecomando la macchina.
Se non si scannano prima...forse ci arriviamo a destinazione.

 

Ben mi sembrava notevolmente confuso e di sicuro non sarebbe stato nel pieno delle sue forze.
Questo è un vantaggio per me, forse non si accorgerà delle "stranezze" possibili...
Sorrisi a Beth, mentre gli chiedeva se stesse bene e li seguii alla Prius grigia.
"Sta bene..." Le sussurrai all'orecchio mentre mi avvicinavo.
"Altrimenti non verrebbe..."

Non capivo se erano davvero preoccupati per me o se non mi volevano tra i piedi.
"Sto bene, davvero... Andiamo!" conclusi seguendoli al parcheggio.

In macchina

Personaggio Evento Ambiente

 

Aprii la portiera, ma poi pensai che forse fosse il caso di far stare Ben davanti.
"Prego..." Gli dissi, indicando il posto anteriore accanto a Beth e mi costò rinunciarci.
"Non vorrei che stare dietro gli facesse venire il mal d'auto... potresti ritrovarti i tappetini di un altro colore." Spiegai a Beth mentre mi accomodavo esattamente dietro di lei. Ero pronto a suggerirle all'orecchio tutto quello che era necessario per evitare incidenti con altri non morti con i canini ben sviluppati.

"Sicuro di non voler sedere davanti?" domandai, mentre lui, già si spostava sul retro dell'auto.
"Okay, grazie Mick", continuai accomodandomi.
Misi la cintura di sicurezza e buttai la testa all'indietro, chiudendo gli occhi.

 

Quando Ben e Mick si furono accomodati, accesi il navigatore e inserii l'indirizzo di destinazione.
"Perfetto, allora andiamo" dissi spostandomi dal parcheggio e seguendo le indicazioni della freccia dello schermo sul cruscotto.
"Come ci regoliamo una volta che siamo lì?" domandai guardando Ben ad occhi chiusi e Mick attraverso lo specchietto retrovisore, mentre mi fermavo ad un semaforo rosso.
Se avessi la sirena, sarebbe molto più divertente - pensai mentre aspettavo che rispondessero e che diventasse verde.

 

 

 

 

 

 

 

"Credo che in primo luogo dovremmo renderci conto se sia solo o in compagnia." Risposi, cercando di non far capire esplicitamente a Ben a cosa alludessi veramente.
Vedevo i luminosi occhi azzurri di Beth nel riflesso dello specchietto e ricambiavo lo sguardo complice che di tanto in tanto mi lanciava.
Sembrava eccitata all'idea di poter entrare in azione.
"E a questo proposito... Siete armati tutti e due?"
Non che la cosa potesse influenzare il mio modo di fare, perchè sapevo bene che Jack non fosse il verio serial killer, ma solo un capro espiatorio. Tuttavia poteva essere una minaccia per loro due ed era importante sapere se potessero difendersi bene da soli.
A guardarlo, Ben non mi sembrava affatto nelle condizioni di sostenere un'irruzione nell'abitazione di un pregiudicato, ma avevo piena fiducia nell'intuito di Beth.
"Anche se dovessimo metterlo alle strette, non è detto che il nostro uomo ci porga i polsi per farsi arrestare. Stiamo parlando di un pluriomicida discretamente aggressivo. Non è propriamente come andare a fare una scampagnata..."
Almeno per voi... io devo ancora vedere cosa ci sarà per me.

"Tranquillo, Mick, so fare il mio lavoro!" dissi, un po' risentito da tanta poca fede.
"Non sono un burocrate... Anche se uso più la legge delle armi, sono armato e so come difendermi... Ma concordo con te, dovremo stare attenti, potrebbe non essere solo."

 

 

 

"Io non sono armata" risposi guardando prima l'uno e poi l'altro "perchè qualcuno...non mi ha ancora dato il nulla aosta per il porto d'armi, eh Ben?" dissi ridacchiando "userò il mio fascino" dissi buttandola sullo scherzo.
Prima o poi lo avrei convinto a firmare quelle carte, ne ero certa.
Dopo tutto ero da poco una detective civile...c'era ancora tempo.
Certo...se magari nel frattempo non mi faccio ammazzare da psicopatici al soldo di vampiri pazzoidi, sarebbe meglio.
Svoltai a destra, poi a sinistra seguendo la freccia sul cruscotto e parcheggiai davanti ad una villetta in condizioni...beh non esattamente fantastiche.
"Ci siamo" dissi guardando i miei due 'compagni'.

 

 

 

 

Non ha l'aria ospitale... Pensai, guardando la villetta e la battuta di Beth non mi fece affatto ridere.
Neanche io volevo che girasse sempre armata, ma in certi frangenti dovevo riconoscere che fosse necessario.
"Oh, scusami Ben, non volevo sminuire la tua autorità." Mi affrettai a precisare, prima che si offendesse.
"Ma se sei d'accordo, ora le passo la mia... di pistola."
Tirai fuori la mia beretta e la porsi a Beth, stando attento a precisare la cosa più importante.
"E' carica dei proiettili migliori... " Ed era chiaro per lei che mi riferissi a quelli a prova di Vampiro rivestiti in argento.
"Spero proprio che non sia necessario usarla." Esclamai prima di scendere dalla Prius e aspettai che anche loro uscissero dall'auto.

 

"Sì, sì, certo... Non sono offeso", risposi, togliendo la cintura di sicurezza.
"Non sono certo che sia una buona idea, ma dato l'ambiente direi che un'arma le potrebbe essere utile... Solo, Beth, ricordati di puntarla sull'altro, non su di me, okay?"
Scesi dall'auto e impugnai la mia Glock.
"Entriamo?"

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I GDR (Giochi di Ruolo) sono sostanzialmente storie ispirate a un'ambientazione storico/temporale (per lo più fantasy) in cui i giocatori interpretano un personaggio. Uno dei primi fu Dungeons&Dragons, dove in un mondo simile alla Terra di Mezzo di Tolkien, i giocatori, riuniti in torno a un tavolo, interpretavano elfi, maghi e guerrieri tirando i dadi della sorte e capitanati da un Master che inventava e dirigeva la trama. Successivamente vennero i LibroGame, dove a fare da Master c'era una trama prestabilita e il giocatore, singolo in questo caso (rari casi due) saltava da un paragrafo all'altro a seconda delle scelte che faceva o del risultato dei dadi. A questo seguirono i giochi di ruolo dal vivo: i partecipanti si mascheravano nel personaggio che interpretavano e svolgevano azioni dal vivo, come in un film. Con l'avvento di internet, il gioco di ruolo ha cambiato nuovamente veste, unendo il gioco tradizionale alla fanfic (narrazione amatoriale di fan per i fan). 

 

dal 13 febbraio 2010

Gioco di Ruolo

Italiano

2011

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