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MOONLIGHT First Italian GDR |
Dichiarazione |
I nomi dei personaggi e gli stessi appartengono a Joel Silver, alla sua casa di produzione e alla CBS. Amanda Price e August Fleint sono personaggi originali dell'autrice. I caratteri dei personaggi originari possono non apparire conformi agli originali in quanto la gestione è a discrezione dei giocatori. |
Ufficio di Ben |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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Finalmente
giunsi al parcheggio della Procura. Ero sfinito e non sapevo bene neanche io perché. Mi rilasciai nel sedile e tirai la testa in dietro, chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi. Ma i pensieri erano tanti: il presunto serial killer... un vero squartatore, altro che nome inventato... la pila di fascicoli sulla scrivania, il dossier su Mick nel mio cassetto e Beth... Mi rendevo conto che sia come suo superiore, sia come uomo non potevo corteggiarla, ma la trovavo davvero interessante. Presi un grosso respiro e uscii dall'auto diretto al mio ufficio... mi sarei fatto prendere qualcosa dalla tavola calda... dovevo anche chiamare Carl per dirgli di passare, ma non prima di aver ricevuto il referto autoptico... Avevo davvero tanto da fare, altro che Beth! |
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Rientrai
nel mio ufficio, mi tolsi la giacca per stare più comodo. Chiamai un servizio a domicilio ed ordinai un'insalata con un po' di pane e una bevanda. Poi presi le schede sulla mia scrivania per ricontrollare i casi aperti, quando il mio fax cominciò a stampare qualcosa. Era il referto di Guillermo: "Ho fatto il più in fretta possibile. La vittima non presenta segni, cicatrici, o particolari ferite che ci possano aiutare nel proseguimento dell'indagine. Allego le analisi genetiche dei frammenti di pelle sotto le unghie della vittima. Cercate un riscontro alla scientifica. Concentratevi su quello. G." lessi. Ero sempre più convinto che se non avessimo trovato una soluzione a breve termine, il caso sarebbe finito in mano ai federali... |
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Ero intento
a cercare il numero della scientifica e quello di Carl, indeciso su quali
dei due chiamare prima, quando il ragazzo della consegna a domicilio,
bussò alla mia porta, gli feci segno con la mano di entrare. Era un ragazzetto mingherlino e con un cappellino dei Lakers. Il tesserino visitatori appeso alla maglietta della tavola calda per cui lavorava e l'aria assorta. "Grazie!" dissi porgendogli 15 dollari. "Tieni il resto", aggiunsi. Mi ringraziò, salutò ed uscì. Lo guardai allontanarsi, ero assorto, ma non so neanch'io da cosa. Sgombrai la scrivania quel poco che mi consentisse di mangiare senza sporcare nulla e mi tuffai in vari e inquietanti pensieri. |
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Buttai gli
involucri del mio pasto, risistemai la scrivania e ripresi in mano il fax
di Guillermo. Parlare con la scientifica? pensai. Scartabellai il mio indirizzario e trovai il numero di telefono di Carl. Digitai il numero di
Carl e attesi. |
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Carl aveva
preso prontamente la chiamata del suo capo. "Buon pomeriggio, Ben." |
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"Ciao Carl... ho appena ricevuto il referto del patologo... ma ho bisogno di confrontare alcuni dati con i risultati della scientifica... li hai già? Vorrei comunque discutere con te di questo caso... pensi di poter passare da me in ufficio; diciamo... tra un'ora?" domandai sperando che avesse i risultati e che quelli potessero darci una pista valida sulla quale investigare. |
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Carl non
esitò a dargli la sua risposta. "Si, mi ha chiamato poco fa il dipartimento per avvisarmi che mi ha faxato i risultati. Stavo giusto tornando in centrale per controllare. Allora ti raggiungo, anche perchè non mi sembra il caso di parlarne per telefono... Ci troviamo nel tuo ufficio tra un po'." Disse senza perdere ulteriormente tempo. "A dopo." E chiuse la comunicazione. |
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"Perfetto, Carl! Ti aspetto. A dopo", conclusi riagganciando. |
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Chiusi la
conversazione e ripresi a sistemare le pratiche, chiamando questo o
quell'avvocato d'ufficio perché le portasse a termine. Con quello "squartatore" in libertà, volevo concentrarmi e non potevo portare avanti altro. Mentre sistemavo le ultime due pratiche, sentii bussare dietro il vetro e scorsi Carl. "Entra, Carl!" dissi facendogli anche segno con la mano, di entrare. |
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Carl aprì
la porta e irruppe nella stanza non appena Ben lo invitò ad entrare. "Scommetto che nemmeno tu ci speravi più!" Esclamò agitando il fascicolo che stringeva nella mano. Era impaziente. "Ma stavolta quel bastardo ci ha lasciato una traccia!" Aveva quasi paura di crederci troppo anche lui, ma in effetti ora c'era qualcosa su cui costruire un'indagine. "Leggi qui..." Aprì la cartellina sulla scrivania del suo capo e gli porse il foglio con il risultato delle analisi. "Ricordi quel paio di guanti usa e getta rinvenuti sulla scena del primo omicidio? Beh... sembra che dentro ci siano tracce di DNA di una nostra conoscenza... Brian Murphy. Non è il proprietaro di quell'armeria sulla Main... il Blade Shop... quello che hai interrogato con Beth e che ti ha detto di essere stato l'amante di Mandy, la nostra prima vittima?" Lo fissò per studiare l'espressione del viceprocuratore a quanto gli stava dicendo sul caso. "O vi ha raccontato un mare di balle e lui è l'omicida, o qualcuno lo sta incastrando..." A quel punto non gli restava che fare la sua proposta, mentre Ben rifletteva su tutte quelle informazioni. "Come procediamo? Io penso che dovremmo dargli una bella strapazzata in una sala da interrogatori!" |
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"Oh,
Carl, finalmente!... Entra, entra!" dissi nel vederlo. Ero confortato che le cose si smuovessero e quando mi rivelò quanto scoperto dalla scientifica ponderai attentamente l'informazione. "Aspetta, lasciami pensare... non voglio far emettere un mandato senza prove sufficienti, soprattutto se dovesse trattarsi di una manipolazione da parte di qualcuno..." sospirai e mi sedetti più comodamente, poggiando le mani sui braccioli e dondolandomi un po'. Presi il referto di Guillermo: "Hai anche i risultati della scientifica del secondo omicidio?... c'erano dei frammenti di pelle sotto le unghie della vittima, se anche il dna di quegli esami coincide, avremo un buon punto di partenza per chiedere un mandato d'arresto e di perquisizione sia dell'abitazione, sia del negozio di quel Brian Murphy", conclusi ripensando ai colloqui avuti con lui. "Non mi è mai piaciuto... sin dalla prima volta... Allora? Dimmi che possiamo incastrarlo senza ombra di dubbio!" |
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L'entusiasmo
di Carl si placò quando Ben gli nominò il secondo referto. "No, purtroppo..." Gli rispose mestamente, scuotendo la testa e tirò fuori dalla cartella il secondo foglio, adagiandolo sulla scrivania davanti a Talbot. "Il DNA ritrovato sotto le unghie di Natalie è femminile e non appartiene a nessuna donna schedata. Però i guanti sono un'ottima prova per trattenere Murphy giusto il tempo di un interrogatorio approfondito. Magari si spaventerà, Ben... E confesserà. Oppure si deciderà a farci qualche nome su chi può averlo incastrato... non pensi anche tu che sia una buona idea?" Prima che il suo capo rispondesse, il suo sguardo si era perso di nuovo nella lettura del fascicolo mentre pensava e ripensava a tutti gli elementi dell'indagine. "Se non ci pensi tu, con la tua bravura... qui rischia di passare tutto all'FBI." Si voltò a guararlo con una smorfia di disappunto e sbuffò. "Non ci facciamo una bella figura e rischiamo che nel frattempo uccida ancora." |
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"Uhmm!"
mugugnai storcendo il muso. Quella storia non mi piaceva affatto. "Con prove indiziare così labili... possiamo solo invitarlo in centrale per un colloquio, non possiamo perquisire casa e negozio, né trattenerlo senza un capo d'accusa." Mi rilasciai nella sedia dondolando a destra e sinistra senza distogliere lo sguardo dai documenti sul tavolo... "Una donna!!" rimuginai a mezzavoce. Guardai Carl: "Non possiamo accusarlo di nulla. Anche perché, come sai, se dovesse, alla luce di quanto abbiamo sino ad ora, risultare innocente e, in seguito, troviamo prove che lo inchiodano, secondo la legge non potremo processarlo due volte per lo stesso reato..." Poggia i gomiti sul tavolo e congiunsi le mani sotto il mento, guardando ancore i referti sparsi. Risollevai lo sguardo ad incrociare quello di Carl: "Se nel secondo caso è una donna e quel Brian Murphy si rivolge ad un avvocato... ci fanno a pezzi." Riflettei. Era un po' che ripensavo all'ipotesi di un intervento dell'FBI... ma era anche vero che a quel punto non si trattava di un serial killer, proprio come avevo ipotizzato; di certo le due morti erano collegate, ma in quale modo? "Invitiamolo alla centrale come persona a conoscenza dei fatti... testimone... come possiamo dire? Esperto in armi?... dobbiamo trovare il modo di interrogarlo senza che possa richiedere un avvocato e, contemporaneamente, strappargli informazioni e dichiarazioni controfirmate da poter usare in tribunale in un secondo tempo... che ne dici?... possiamo provare qualcosa di simile?" |
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"Lo
so... Per questo io spero in una confessione di Murphy." Il tenente
fece una smorfia di disappunto, mentre ascoltava le parole del
viceprocuratore. Ovviamente Ben stava valutando tutte le opzioni del caso e bisognava muoversi con accortezza. "Si, possiamo certamente invitarlo, ha avuto anche una relazione con la vittima ed è normale che lo convochiamo per chiedergli dei particolari utili ai fini dell'indagine! In più abbiamo sequestrato del materiale in casa di Mandy... il suo pc, con le conversazioni che ha avuto con lui in chat. Potremmo chiedergli di venire a firmare la delibera sulla privacy, autorizzandoci a documentare il materiale. Per quello non gli serve un avvocato, spero!" Poi fece una piccola pausa di riflessione, prima di presentargli il suo secondo sospetto. "Sulla seconda vittima invece... dato che si tratta di una donna, io stavo pensando che potremmo approfondire i rapporti di Natalie con la sorella e le amiche. Questi due casi sono per certi aspetti tanto diversi e per altri troppo simili, per non essere collegati. Possibile che all'improvviso tutti gli psicopatici di Los Angeles odino le bionde e abbiano la passione per le spade antiche? Ci sto pensando tanto da diventarci pazzo! Tu hai qualche idea?" |
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Ascoltai
attentamente Carl. Era un bravo tenente e uno dei migliori investigatori su cui la procura poteva contare. "E' un po' che ci penso... non è un serial killer, ma vuole farcelo credere, dietro a questi omicidi c'è dell'altro... qualcosa che non riesco a capire." Sospirai e fissai Carl. "Per il materiale a casa di Mandy non ci serve la sua delibera", esordii. "Era materiale della defunta e... si tratta di un caso di omicidio, ogni privacy decade, dovresti saperlo... No, invitiamolo come esperto in armi, così che non chieda un legale e poi... e poi non lo so come farlo confessare... Intanto chiediamoli di presentarsi in centrale per un colloquio e per fargli capire che non è un indiziato... diciamogli che può venire tra le cinque e le sette, come gli è più comodo... sembreremo meno interessati a lui..." Poggiai nuovamente la schiena alla spalliera, poggiai i gomiti sui braccioli e intrecciai le dita sotto il mento valutando il secondo caso. "L'idea di ascoltare la sorella di Nicole, non è male... facciamo in modo che venga invitata anche lei in centrale... alla stessa ora, in modo che si incontrino... Vediamo le reazioni... Se dovessero riconoscersi o... o non so cos'altro... beh! Avremo il nostro collegamento." Presi i fogli sulla scrivania riordinandoli. "Qui non sono le vittime a conoscersi, ma gli assassini... Sul caso Nicole, tu avevi altri sospetti?" |
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Carl sollevò
le spalle, tentennando. "Io lo so, Ben... ma lui non sa che non ci serve una delibera." Spiegò con più precisione. "Comunque va benissimo la scusa dell'esperto di armi. Se vuoi lo chiamo io stesso. Ma Ben... la ragazza si chiama Natalie. E no, purtroppo non ho nessun sospettato perchè a dirtela proprio tutta, questa signorina è molto più pulita dell'altro omicida. E' una cui non deve piacere tanto sporcarsi le mani... E paradossalmente questo è uno svantaggio per noi. Gli assassini pasticcioni hanno vita più breve, lo sai." Esitò un istante a rileggere alcune righe del rapporto e infine concluse. "Si, gli assassini si conoscono, ma io pensavo... come fa una donna a coprire un assassino capace di fare questo determinato tipo di violenza sessuale? Deve essere un mostro anche lei!" Abbassò lo sguardo sul pavimento, indignato e fece un po' di fatica a riprendere il controllo dei nervi. "Meglio non pensarci... allora vado a convocare questi due indiziati. Sarai presente all'interrogatorio camuffato?" Gli chiese mentre andava verso la porta. |
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"Carl... sei uno dei miei migliori investigatori: sai quello che devi fare... Va' pure, convocali e appena sai a che ora saranno in centrale, chiamami... ti raggiungo e aiuto nell'interrogatorio. D'accordo?" |
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"Per
me va bene... Allora ci sentiamo più tardi, Ben. Buon proseguimento con
il tuo lavoro." Carl salutò e uscì, richiudendo la porta alle sue spalle. Nel frattempo pensava a tutte le cose che avrebbe dovuto fare. Prima Murphy, poi la sorella di Natalie... vediamo di cominciare bene la giornata. Sbuffò e si avviò di nuovo verso le scale per tornare al dipartimento. |
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Quando Carl
richiuse la porta, ripresi a controllare le mie carte. Rimuginavo ancora sui due delitti e non riuscivo a piazzare gli altri casi, ero esausto. Guardai l'orologio... Strano, pensai, Beth doveva essere già rientrata! Distolsi la mente da tutto per concentrarmi sugli altri casi e cominciai a chiamare un paio dei nostri avvocati a cui affidare questo o quel processo in corso. |
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Stavo
controllando alcuni rapporti e improvvisamente mi resi conto che Beth era
davvero fuori tempo... avrebbe almeno potuto chiamarmi e spiegarmi perché
non era ancora rientrata in ufficio dopo la pausa pranzo. Forse avevo fatto male ad assumerla. Mentre stavo per chiamarla il telefono squillò e sperai vivamente che fosse lei. "Pronto?" risposi alzando la cornetta e con un tono non molto cordiale. |
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Appena sentì
la voce tesa del suo capo, Carl si rabbuiò ancora di più. "Scusa se ti ho disturbato, Ben... ma i testimoni che ho convocato stanno arrivando in centrale e pensavo volessi saperlo... C'è qualche problema?" Oltre a quelli che già abbiamo... Pensò il tenente, trattenendo il respiro. Aveva il terrore che arrivasse la notizia del ritrovamento di qualche altra ragazza bionda ridotta male. |
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"No, no... niente di... scusa per il tono, dicevi?... Sono lì entrambi?... Se è così, avverto Beth e ti raggiungo per l'interrogatorio... I due si sono visti? Come hanno reagito?" |
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"No...
devono ancora arrivare. Ma mi hanno assicurato che lo faranno molto
presto. Credevo volessi raggiungere la centrale prima del loro
arrivo." Ma mi sembri confuso, capo... Carl sentiva la sua voce incerta e difficilmente Ben era titubante. |
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"No,
scusa, è che.... che Beth doveva essere qui già da un po', comincio a
preoccuparmi, anche perché non mi ha chiamato... Stavo giusto per
chiamarla, quando tu.... beh, hai capito!... D'accordo, dammi una mezz'ora
e sono lì... a dopo!" dissi pronto a riattaccare, poi ci ripensai. "C'è altro?" |
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"Ah,
capisco..." Carl sospirò durante un breve minuto di riflessione. "Aspetteremo Beth, allora. Se dovessero arrivare prima di voi, io intanto li farò accomodare in una delle sale dotate di telecamera di sicurezza e microfoni. Se dovessero parlare, registreremo tutto. Aspetto voi per cominciare." Si schiarì la voce e poi lo salutò. "A dopo..." |
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"Sì,
certo... Sento Beth e arrivo... a dopo", dissi chiudendo la
conversazione.
Riagganciai e presi il mio cellulare per chiamare Beth. Digitai il tasto di chiamata rapida del numero di Beth che avevo in memoria ed aspettai che mi rispondesse. |
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"Pronto? Ciao Ben, dimmi tutto". |
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"Beth!"
esclamai con un tono forse un po' troppo alto. "Cominciavo a preoccuparmi... dove sei finita?... E' un po' che ti aspetto e dovresti venire con me in centrale per un interrogatorio... Per quanto pensi di averne ancora?" |
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Guardai
l'ora, erano le 14:50 effettivamente ero in ritardo. "Scusa Ben, ho avuto un pò di contrattempi, ma sto per tornare, ci vediamo direttamente in centrale? Io fra una decina di minuti dovrei essere lì" Potevo farcela, bastava che organizzassi tutto nel miglior modo possibile, bastava soltanto che ci credessi. |
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"D'accordo....
Va bene....! Ci vediamo in centrale, allora.... A dopo!"
Terminata la conversazione, riposi il cellulare, riordinai le carte sulla scrivania, chiusi in un cassetto le analisi del laboratorio e, prendendo la giacca e le chiavi dell'auto, lasciai l'ufficio. |
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Aprii
l'auto con il telecomando e, una volta salito, rimasi per qualche istante
a riflettere; girai la chiave e mi apprestai a lasciare la procura.
A quell'ora non c'era
molto traffico. |
continua |
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