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TORCHWHO GDR |
Dichiarazione |
Doctor Who, Torchwood, i nomi dei personaggi e gli stessi appartengono alla BBC. I caratteri dei personaggi possono non apparire conformi agli originali in quanto la gestione è a discrezione dei giocatori. |
Nell'Universo |
Personaggio | Evento | Ambiente |
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Mi ero
teletrasportata su Callist 1237, un pianeta di tecnologia avanzata e
catalogato come Pianeta di 7° livello. Non sapevo assolutamente come rintracciare mio padre, ma speravo di trovare qualcuno in grado di darmi qualche indicazione. Se davvero era così importante e dedito a salvare pianeti e popolazioni, doveva pur esserci qualcuno che lo conoscesse!?! Eppure sembrava il contrario. Forse l'Universo era troppo grande o forse ero solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Cercavo di ricordare i dialoghi tra lui e le sue amiche umane... Umani Forse dovevo cominciare le ricerche dal pianeta sul quale vivevano gli umani. Ma dove vivevano gli umani? Da quando viaggiavo non mi era mai capitato di incontrarne. Questo poteva significare che il pianeta degli umani fosse di livello più basso rispetto a quelli sui quali ero solita teletrasportarmi. Cercai una postazione d'informazioni per sapere qualcosa di più su di loro. Era una bella fortuna possedere alcune "conoscenze" indotte di mio padre, come la conoscenza di tutte le lingue. Consultai la memoria centrale della postazione informativa e scoprii che il pianeta degli umani si chiamava Sol 3 o anche Terra ed era un pianeta di 5° livello. Guardando le carte astrali era molto lontano da Callist 1237; avrei dovuto fare almeno 5 teletrasporti prima di approdarvi, ma ne valeva la pena. |
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Con il mio
Vortex mi teletrasportai su Zandor. Era un pianeta di 6° livello, con gente molto strana... Gente! Gli abitanti autoctoni avevano più l'aria di grosse locuste giganti, ma erano cordiali, anche se voraci e con gusti alimentari discutibili. Cercai un luogo dove potermi rifocillare e riposare, avrei fatto un altro balzo l'indomani. Entrai in una specie di trattoria locale dove, come diceva il cartellone antistante, si poteva mangiare cucina intergalattica. Mi accomodai a un tavolo scolpito nella roccia calcarea del posto e attesi che un essere più "umano" mi si avvicinasse per l'ordinazione. Non dovetti aspettare molto. Ordinai e approfittai per chiedere se conoscesse un posto dove avrei potuto alloggiare per la notte. L'essere mi spiegò che a due strade più avanti c'era una "pensione". Lo ringraziai e attesi la mia cena. Tutto sommato avevo mangiato bene, anche se non avevo indagato su "cosa" avessi ingerito. Avevo ordinato cose i cui nomi mi suonavano "tranquilli" e "normali". Raggiunsi la pensione che mi era stata indicata e rimasi colpita favorevolmente. A differenza della trattoria e della maggior parte delle architetture locali, la costruzione del pensionato era davvero lussureggiante. Era sicuramente in calcare, materiale comune su Zandor, ma era levigato in modo da risultare liscio e lucente come il travertino. Aveva una struttura su tre livelli, con alte colonne scanalate che partivano dal suolo e raggiungevano il tetto di copertura, che era in vetro iridescente. Entrai e mi accolse una zandoriana, che potrei definire, di bell'aspetto. "Avrei bisogno di una stanza o di un letto, solo per questa notte", spiegai, guardandomi intorno. Anche l'interno aveva la stessa lavorazione dell'esterno. Il banco della reception era ricavato dallo stesso calcare, così come i tavolini e le sedute del salottino. Ma anche questi, a differenza di quelli della trattoria, erano lisci e lucenti. La zandoriana mi accompagnò all'ultimo piano. La stanza era bellissima e il soffitto in vetro mi dava modo di osservare un cielo viola scuro, con tante stelle che il vetro iridescente colorava dal rosa pallido al viola accesso. Ringraziai la receptionist e mi preparai per la notte. Non so quanto rimasi a osservare quello spettacolo sulla mia testa, ma so che, a un certo punto, mi addormentai. |
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Il giorno
dopo, girovagai un po' per Zandor, si mangiava bene su quel pianeta, così
rimasi sino all'ora del pranzo. Guardai i riflessi del sole sulla pietra calcarea e mi teletrasportai altrove. Il Vortex mi portò su Stho. Un pianeta strano a dire il vero, però scoprii, subito al mio arrivo, che vi erano diverse agenzie di viaggi intergalattici e che Sol 3 era una delle mete più gettonate. Sorrisi all'idea di salire su una di quelle grosse e assurde astronavi, mentre mi dirigevo a un locale per chiedere alloggio e consigli per la cena. Sistemata la questione: "dove dormirò questa notte?" e "dove posso andare a cena?" Andai per le strade di Stho a cercare qualcosa di interessante e che non avessi ancora mai visto. Trovai un negozio che vendeva abiti "terrestri", che a me non sembravano affatto diversi da quelli che indossavo abitualmente. La cosa che trovavo assurda erano i calzari o com'era riportato sul cartellino: scarpe. Che razza di piedi avevano i terrestri? Non ricordavo che Martha e Donna, le amiche di mio padre, avessero quel tipo di calzatura. Avevano dei rialzi sotto il tallone, a volte fino a 15 centimetri e delle fascette stringate che avrebbero dovuto contenere la parte anteriore. Ma come fanno a camminare e, soprattutto, a correre? mi domandai, continuando a guardare la vetrina. Mi resi subito conto che dei terrestri non sapevo assolutamente nulla: come avrei fatto a cavarmela e a trovare qualcuno che mi aiutasse a cercare mio padre? Martha e Donna erano ancora con lui? Per un istante mi sentii presa dallo sconforto. Avevo bisogno di mio padre, c'erano tante cose che non sapevo e tante cose sulla mia natura da chiedergli. Domande su domande, a cui solo lui avrebbe potuto dare una risposta. Tornai sui miei passi e mi diressi al locale che mi era stato raccomandato per la cena; al termine andai a dormire dove avevo prenotato. Il giorno dopo avrei visitato un altro pianeta, uno più vicino alla Terra e, poi, finalmente sarei arrivata su Sol 3. |
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TORCHWHO GDR |