“Questa sì che è un’avventura terrificante” - Computer Gaming World.
Così
veniva pubblicizzato il videogame che il 10
dicembre del 1993 scatenò un fenomeno a livello planetario.
La miscela tra
azione e orrore rappresentò una svolta nei videogiochi e introdusse
la prospettiva FPS (First Person Shooter), grazie alla quale il giocatore
esplorava e annientava nemici in soggettiva.
Altre particolarità di Doom furono la possibilità, per la prima
volta, di giocare con altri in rete, condividere file e, per i giocatori più
abili, modificare e creare diversi livelli di gioco.
Ora il gioco più famoso nel mondo, dopo il suo debutto come gioco da tavolo,
è divenuto un film.
Il film è ambientato sul pianeta Doom, chiaramente in un
futuro prossimo, la vicenda si svolge attraverso lo sguardo dei componenti della
RRTS (Rapid Response Tactical Squad), una particolare squadra di marines.
La squadra del comandante Sarge (The Rock) viene mandata
in missione su Doom, dove nei sotterranei della stazione di ricerca Olduvai vi è
stato un terribile incidente e alcuni biologici ed archeologi sono rimasti
vittime di qualcosa o qualcuno.
Al fianco di Sarge, c’è Reaper (Karl Urban) un marines che in
passato ha vissuto su Doom, al tempo in cui i suoi genitori vi conducevano le
prime ricerche. Dopo la morte dei genitori, Reaper ha deciso di intraprendere la
carriera militare, mentre sua sorella Sam (Rosamund Pike), ha seguito le
orme dei genitori divenendo una ricercatrice biogenetica.
L’azione li vede impegnati sin dall’arrivo. Tra medici impazziti che
diventano zombi, animali macellati e mostri di ogni genere, il terrore e
l’orrore sono garantiti.
La creatura è stata volutamente ispirata ad Alien, Predator e Terminator e creata dallo Stan Winston Studio che
aveva precedentemente creato i mostri a cui Doom si ispira.
Anche le
ambientazioni, fedeli al videogioco, ricordano i corridoi claustrofobici e bui
della Nostromo.
Per rafforzare l’autenticità dei mostri lo Stan Winston
Studio si è avvalso della collaborazione di Doug Jones (che in passato ha
interpretato Hellboy), alto un
metro e 95 e di Brian
Steele, alto più di due metri.
Il film, a parte piccole imprecisioni che solo l’occhio di un archeologo può
cogliere, è dal punto di vista scientifico plausibile.
I personaggi hanno un
buon spessore e le scene d’azione sono considerevoli.
Rimarchevole è la
scelta, tra le scene finali, di proporre al pubblico la visione in soggettiva:
così come il gioco dava la sensazione di essere protagonista dell’azione, allo
stesso modo nel film lo spettatore diverrà Reaper.
Buona anche la parte
interpretativa, che solitamente in questo genere di film è un optional; da
sottolineare sia quella di Karl Urban, sia quella da antagonista di The
Rock.
Il film è piacevole e rapido come le azioni e se si è amato il videogioco,
non si potrà non apprezzare il lavoro fatto per la trasposizione
cinematografica.